Milano, sgominata banda di rapinatori di Rolex

di Redazione

Percorrevano in moto le strade più trafficate di Milano, osservando con attenzione le macchine di grossa cilindrata, ma soprattutto gli orologi che portavano al polso i guidatori. Una volta individuata la vittima, attendevano che scendesse dall’auto per aggredirla e strapparle l’orologio. La polizia di Milano ha arrestato e portato in carcere i sei componenti di un’organizzazione criminale, di origine partenopea, che dal novembre 2017 al marzo 2018 ha rapinato orologi di valore, in particolare Rolex, ad automobilisti del capoluogo lombardo per un valore complessivo di 100mila euro. Gli episodi di questo tipo ricostruiti dagli investigatori sono cinque, più la rapina per cui, il 7 marzo 2018, vennero già arrestati alcuni degli indagati.

I sei componenti della banda sono ritenuti responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata alla rapina. Le indagini, condotte dagli agenti della squadra mobile di Milano, hanno consentito di constatare l’esistenza di uno schema già collaudato e adoperato ogni volta dagli arrestati. Le numerose intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione e pedinamento, analisi dei tabulati telefonici hanno permesso di individuare i mezzi che i sei usavano e la loro presenza fisica a Milano in concomitanza con le rapine, consumate e tentate, oltre a ricostruire il ruolo che ognuno di essi rivestiva nell’organizzazione.

In particolare, un 43enne, un 37enne e un 35enne erano gli esecutori materiali delle rapine. Un uomo di 52 anni si occupava invece di spostare i motorini utilizzati per le rapine da un luogo all’altro della città, con l’obiettivo di sottrarli a eventuali controlli delle forze dell’ordine, ed effettuava appostamenti per individuare possibili obiettivi delle rapine. Al trasporto dei motorini utilizzati per i colpi partecipava anche un 41enne. Infine, il sesto membro della banda, un 48enne, in ogni rapina si occupava di trovare una sistemazione utilizzata come ‘base logistica’, riferendo falsamente alle agenzie immobiliari che gli inquilini erano operai che avrebbero lavorato nel ristorante dove lui era impiegato.  Dei sei membri raggiunti questa mattina dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere, uno si trovava attualmente in carcere, due erano ai domiciliari e uno affidato in prova ai servizi sociali.

Sempre dalle intercettazioni, è emerso che la banda agiva con modalità ricorrenti su tutto il territorio nazionale. Uno degli indagati, colpito da misura di reclusione ai domiciliari, quando è stato raggiunto questa mattina nella sua casa di Napoli, ha mostrato agli agenti la gamba ingessata. L’infortunio risalirebbe allo scorso luglio quando il gruppo si è trasferito a Cervia per proseguire la propria attività criminale durante il periodo estivo. Uno dei particolari che più ha colpito gli inquirenti è stato il frequente utilizzo di moto Honda Hornet. Un modello, secondo quanto detto dagli indagati nelle intercettazioni, “particolarmente maneggevole e perfetto per muoversi rapidamente nelle trafficate vie cittadine”.

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