Traffico di droga tra Capua e l’agro caleno: 10 arresti contro clan dei casalesi

di Redazione

Un traffico di droga gestito da elementi vicini al clan dei casalesi quello sgominato stamani dai carabinieri della compagnia di Capua, tra la città calena e altri comuni dell’agro – Bellona, Vitulazio e Camigliano – con l’esecuzione di 10 arresti, otto in carcere e due ai domiciliari, emessi dal tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea. In carcere sono finiti: Erjon Bixi, 37 anni; Gaetano Diana, 28; Stefano Fusco, 44; Michele Fusco, 25, figlio di Stefano; Antonio Merola, 48; Antonio Nespoli, 38; Teresa Vitolo, 46, Pasquale Vitolo, 53, fratello di Teresa. Ai domiciliari: Tommaso Nigro, 43; e Gennaro Russo, 22.

Dall’indagine, iniziata nel 2015 e conclusasi nel luglio 2016, è emerso che Teresa Vitolo, moglie di Carlo Del Vecchio (detto “Carlino”, attualmente detenuto al regime del 41bis) e sorella di Massimo Vitolo (ritenuto elemento di spicco del clan dei casalesi), e Stefano Fusco, cugino di un noto affiliato ai casalesi Maurizio Fusco, si sono adoperati per promuovere l’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. I loro affari potevano contare sulle parente con elementi di spicco del clan e sulla copertura degli esponenti ancora liberi, come Gaetano Diana, figlio di Elio Diana, e nipote per parte di madre dell’ex boss Francesco Schiavone, alias “Cicciariello”.

Gli affari erano cresciuti in maniera esponenziale, tanto da raggiungere uno stato di monopolio soprattutto nei comuni dell’area capuana riuscendo a subentrare nella gestione delle piazze di spaccio a gruppi già operanti in zona. Esemplificativo è l’episodio in cui Teresa Vitolo ha affrontato presso la propria abitazione Cristina Gravante, 48enne pluripregiudicata per reati specifici in materia di sostanze stupefacenti, la quale, sebbene sostenuta dalla fazione Iovine del clan dei casalesi, ha dovuto arrendersi di fronte alla preponderante forza camorristica della rivale.

Il gruppo criminale, secondo gli inquirenti, poteva avvalersi della disponibilità di armi e di contatti con compagini criminali straniere, in particolare albanesi, con i quali contrattavano l’acquisto di droga. A tal proposito tra i destinatari del provvedimento vi è un cittadino albanese già tratto in arresto dal Reparto operante per omicidio volontario, commesso in Grecia ed estradato nel 2016 verso quel Paese.

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