Sant’Arpino, il Comune mette in vendita immobili a Riviera di Chiaia per fare cassa

di Livia Fattore

Il Comune di Sant’Arpino vende i gioielli di famiglia, abitazioni in pieno centro, tipo Riviera di Chiaia, a Napoli per fare cassa. «Stiamo risanando – afferma il sindaco Giuseppe Dell’Aversana – il bilancio con tagli alle spese e potenziamento entrate. Ora il comune ha urgenza di fare cassa, abbiamo necessità di garantire risposta all’utenza, non possiamo interrompere i servizi essenziali. Per questo dobbiamo vendere i beni immobili di proprietà del comune. In realtà già quelli che amministravano prima di noi hanno messo in bilancio la vendita e relative entrate. Loro però non hanno concretizzato la vendita ma solo le spese. Noi invece Abbiamo il dovere di concretizzare le entrate e quindi vendere per tentare di risalire la china del dissesto in cui loro ci hanno messo».

«A Napoli, lungo la riviera di Chiaia, – continua il primo cittadino atellano – il comune possiede immobili che metteremo in vendita in modo trasparente e veloce. Speriamo di riuscire a chiudere la pratica entro un anno. Burocrazia permettendo».

A determinare questa decisione la gravissima crisi finanziaria che investe il comune di Sant’Arpino, l’assenza di liquidità nella cassa comunale, la necessità di pagare i tantissimi creditori. In passato le somme erano già state messe nel bilancio comunale in entrata, la vendita era già prevista da anni, poi l’arrivo dei 15 milioni di euro dalla Cassa Depositi e Prestiti consentì di soprassedere. Quattro le unità immobiliari in vendita. Se tutte le case verranno vendute al prezzo stimato dall’ufficio tecnico comunale, sono previsti in entrata circa 500mila euro. Il comune già nel maggio del 2011, sindaco Eugenio Di Santo, comunicò agli affittuari delle case napoletane la volontà di vendere i beni. Alcuni degli affittuari nel settembre 2011 risposero al sindaco di voler provvedere all’acquisto delle case in loro godimento, pertanto inviarono una proposta di acquisto che però non venne ritenuta congrua dall’amministrazione comunale.

A distanza di otto anni parte il procedimento di vendita, prevedendo che i contraenti saranno individuati mediante asta pubblica con il sistema del massimo rialzo sul prezzo di stima di beni riportato nel bando da esprimere con offerte segrete, in busta chiusa e sigillata. Con apposita determina è stato approvato il bando di gara e reso pubblico mediante affissione all’albo pretorio dove resterà per trenta giorni. «Non è facile – conclude il sindaco – amministrare in queste condizioni. Abbiamo difficoltà persino a svolgere i servizi indispensabili. Lavoriamo 24 ore al giorno per dare risposte alla collettività senza soldi, senza mezzi, senza uomini.  Abbiamo fatto tagli enormi su bilancio e potenziato le entrate con una forte caccia agli evasori di tributi comunali. Abbiamo fatto tutto quanto era possibile. Ora vendiamo beni immobili, poiché i soldi in cassa non ci sono e dobbiamo dare servizi alla nostra popolazione».

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