Il business del taglio abusivo di legname nel Cosentino: 15 arresti

di Redazione

15 arresti e 104 indagati. E’ il bilancio dell’operazione “Fangorn” compiuta stamani dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza fra i territori di Corigliano Rossano e Trebisacce. Agli indagati sono contestate, a vario titolo, le accuse di associazione per delinquere finalizzata al taglio ed alla ricettazione di legname, furto d’autovetture, estorsione, furti in abitazione, incendi e riciclaggio, ma anche di tentato omicidio.

Il nome del blitz evoca “la foresta di Fangorn”, nella Terra di Mezzo, l’universo immaginario creato dallo scrittore inglese Tolkien presidiata e mantenuta dai suoi guardiani. Gli arresti sono: Giuseppe Tedesco, 47 anni; Leonardo De Martino, 47; Luigi De Martino, 26; Luigi De Martino, 46; Natale De Martino, 52; Pasquale De Martino, 22; Giuseppe Faustini, 39; Gennaro Larocca, 37; Nicola Macaretti, 38; Antonio Macaretti, 59; Domenico Macaretti, 67; Michele Lizzano, 56; Maria Antonietta Tavernise, 23; Rosaria Vulcano, 37; Vincenzo Curia, 55, già detenuto; Saverio De Martino, 45, già detenuto.

L’indagine, condotta dai carabinieri della compagnia di Rossano, coordinati dal sostituto procuratore Luca Primicerio e diretti dal procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla, è scattata a seguito del tentato omicidio di un allevatore il 2 gennaio 2018, nella zona montana di Piana dei Venti. Alcuni colpi di fucile calibro 12 furono esploso contro il fuoristrada su cui viaggiava l’uomo, che rimase illeso poiché i proiettili colpirono solo il montante del mezzo. In quella circostanza, i carabinieri individuarono Pasquale De Martino e Luigi De Martino come i responsabili dell’agguato, compiuto per motivazioni legate ai furti di legna.

Dai riscontri investigativi, infatti, emergeva l’esistenza di un’organizzazione che avrebbe gestito le attività di taglio abusivo di legname nelle aree montane di Rossano e come, a vario titolo, i partecipanti all’associazione avrebbero dato il loro contributo sia nel taglio ma soprattutto nella ricettazione del legname depezzato che veniva poi stoccato in alcune aree o magazzini e rivenduto ai consumatori finali. Le attività di taglio, come verificato attraverso sopralluoghi tecnici, avvenivano per lo più in aree demaniali, regionali e comunali, tra cui alcune sottoposte a vincolo comunitario, poiché riconosciute da normative europee quali siti di interesse comunitario “Habitat”.

Per effettuare le operazioni di taglio, alcuni degli indagati inoltre, avrebbero effettuato una serie di furti di fuoristrada che venivano poi trasferiti in aree difficilmente accessibili nelle zone boschive di Rossano e Longobucco ed utilizzati per il trasporto del legname. Proprio la volontà di sfruttare le aree naturali sarebbe anche alla base di un tentativo di estorsione nei confronti dell’allevatore e commesso da quattro degli indagati nel novembre 2017, quando la vittima, recandosi presso il proprio appezzamento di terreno in località Conche di Longobucco, trovò un ovile completamente bruciato denunciando anche il furto di alcuni capi di bestiame e l’uccisione di altri. Da quanto ricostruito nel corso delle investigazioni, il gesto avrebbe voluto incutere timore all’allevatore, costringendolo a liberare il proprio terreno al fine di avvantaggiare gli interessi e le dinamiche criminali dell’associazione.

Sempre nel corso delle indagini è emerso come, in alcune aree montane di Rossano due dei fermati avrebbero posto in essere anche delle estorsioni consumate a danno di dieci proprietari di immobili: questi ultimi, sotto la minaccia di danneggiamenti ed angherie avrebbero sborsato una quota annuale ai due fratelli per le attività di controllo, la cosiddetta guardiania nonché per i lavori di manutenzione necessari nel corso dell’anno. Ad alcuni degli indagati, poi, vengono contestati una serie di furti in abitazione avvenuti a Corigliano Rossano tra il marzo e l’aprile 2018, nel corso dei quali venivano asportati vari suppellettili, attrezzi agricoli ma anche elettrodomestici: in alcuni casi venivano appiccati anche degli incendi all’interno delle abitazioni, creando maggiormente danno ed ingenerando un particolare allarme sociale nella popolazione. In un caso, un partecipante all’associazione a delinquere avrebbe sfruttato alcune fatture false della propria azienda agricola al fine di giustificare il legname rubato e rendere difficoltosi i controlli da parte delle forze dell’ordine: per tale motivo viene contestato il reato di riciclaggio.

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