Carabiniere ucciso, aveva dimenticato l’arma. La Procura: “Interrogatori secondo legge”

di Redazione

“Cerciello aveva dimenticato l’arma, è stata probabilmente una dimenticanza, ma ciò non toglie che non aveva alcuna possibilità di reagire”. Lo hanno rivelato i carabinieri nella conferenza stampa sul caso del vicebrigadiere ucciso alcuni giorni fa a Roma. “La pistola – spiega il comandante provinciale dei carabinieri di Roma, Francesco Gargaro – l’abbiamo trovata nel suo armadietto in caserma e il motivo perché fosse lì lo sa solo lui. L’unica cosa che sappiamo è che aveva con sé le manette e che era in servizio. Varriale, invece, aveva l’arma e gli è stata subito presa per esaminarla dopo il fatto”.

“Ci sono ancora diversi aspetti su cui dobbiamo lavorare e fare degli approfondimenti. Ci sono indagini in corso ma dire a distanza di 3 giorni che non ci siano ancora aspetti oscuri sarebbe quantomeno precipitoso”. Così il procuratore reggente di Roma, Michele Prestipino, ha risposto ad una domanda durante la conferenza stampa per ricostruire l’omicidio del vicebrigadiere Rega, i cui funerali sono stati celebrati ieri a Somma Vesuviana (leggi qui). “Vorrei esprimere disappunto e dispiacere per le ombre e i presunti misteri che sono stati sollevati e diffusi in merito a questa vicenda”, gli ha fatto eco il comandante provinciale Gargaro. “La ricostruzione attenta e scrupolosa ha dimostrato la correttezza e regolarità di questo intervento, – ha sottolineato – analogo e ricorrente nella città di Roma”.

Intanto, prosegue la polemica sulla foto che mostra uno dei due ragazzi americani arrestati, Natale Hjorth, bendato in caserma. Il procuratore Prestipino ha chiarito che Hjorth e Finnegan Lee Elder “sono stati individuati e interrogati dai magistrati nel rispetto della legge”, escludendo che vi siano state delle violazioni nel diritto di difesa. “Gli interrogatori sono stati effettuati con tutte le garanzie difensive – ha spiegato – alla presenza dei difensori, dell’interprete e previa lettura di tutti gli avvisi di garanzia previsti dalla legge. Gli interrogatori sono stati anche registrati”.

Quanto alla foto di Natale bendato e ammanettato, il magistrato ha assicurato che la procura accerterà i fatti “senza alcun pregiudizio e con il rigore già dimostrato in altre analoghe vicende”. “Abbiamo già avviato le indagini – ha concluso Prestipino – per accertare quanto accaduto, per consentire la più adeguata qualificazione giuridica e per individuare tutte le responsabilità”.

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