Aversa, nuovo ricorso di De Cristofaro contro scioglimento

di Redazione

L’ex sindaco Enrico De Cristofaro ed i suoi ex consiglieri rimasti fedelissimi hanno rinunciato alla domanda cautelare proposta al Tar Campania in relazione alla sospensione del consiglio comunale di Aversa, preannunciando che presenteranno motivi aggiunti per impugnare il decreto di scioglimento.

“Hanno perso un’altra occasione per dimostrare un poco di amore per la città”, commenta l’ex consigliere di opposizione Alfonso Golia, esponente del Pd, sottolineando: “Siamo oltre l’attaccamento alla poltrona, è accanimento contro la città con l’obiettivo di impedire il ritorno al voto. Questa è la dimostrazione di un delirio di onnipotenza di chi non si rassegna al verdetto di tutta la catena istituzionale che va da Prefettura, ministero dell’Interno e   presidente della Repubblica”. Ricordiamo che il Tar già in precedenza aveva respinto la domanda di sospensione avanzata da De Cristofaro e soci. Proprio in quella fase, Golia, difeso dall’avvocato Giuseppe Somma di Aversa, si era opposto con successo all’iniziativa giudiziaria dell’ex primo cittadino.

Il ricorso con motivi aggiunti è stato presentato già nella mattinata di ieri. Oltre al primo cittadino, è stato sottoscritto da Augusto Bisceglia, già presidente del Civico consesso, e dagli ex consiglieri comunali Daniele Paolo Sbano, Francesco Di Palma, Stefano Di Grazia, Isidoro Orabona, Renato Oliva e Danila De Cristofaro. “La sospensione del provvedimento in questa sede gravato (ossia lo scioglimento del Consiglio comunale decretato da Ministero degli Interni e da Presidenza della Repubblica, ndr.) potrebbe, poi, – si legge, tra l’altro, nel ricorso – condurre ad una presa di coscienza dei 13 consiglieri dimissionari o di parte di loro che, avuta contezza del grave danno provocato alla collettività aversana, potrebbero, con senso di responsabilità, riconfigurare e ripristinare la maggioranza politica e consiliare per il prosieguo della legislatura”. Una ipotesi, in verità, piuttosto peregrina se si considera lo stato dei rapporti sia politici che personali.

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