Suocero e genero uccisi nel Beneventano: arrestato il killer

di Redazione

Uccisi a colpi d’arma da fuoco suocero e genero. Si è macchiata, così, di sangue, la domenica a Durazzano, comune di circa duemila abitanti in provincia di Benevento. I carabinieri, nel frattempo, hanno arrestato il presunto omicida. Forse, alla base di tutto, una lite tra il killer ed una delle due vittime.

Erano da poco trascorse le 16 quando i due, Mario Morgillo, di 68 anni, del posto, Andrea Romano, 49 anni, originario di Arienzo, nel Casertano, sono stati raggiunti da alcuni proiettili. In un primo momento si era pensato ad un omicidio scattato nel corso di una lite tra i due, poi si è capito che gli uomini non si erano sparati a vicenda ma erano rimasti vittima di un agguato. Una lite, comunque, sarebbe alla base di tutto. Forse l’omicida, questa l’ipotesi dei carabinieri, aveva da tempo dissapori con una delle vittime e questo avrebbe fatto scattare la furia assassina.

In particolare, ci sarebbe stata una lite, circa un anno fa, in seguito ad un incidente stradale tra il presunto killer e il figlio di Mario Morgillo. Non si sa, al momento, se il presunta omicida li abbia seguiti o se, invece, i tre si siano incontrati per caso. Molto probabilmente le vittime erano a Durazzano per incontrare un parente. Erano in strada e lì sono stati freddati. Un altro incontro fra i tre si sarebbe verificato anche una settimana fa ed anche in quella occasione sarebbe scattato un litigio.

I carabinieri che indagano da subito hanno individuato il presunto killer grazie ad un identikit. E’ probabile, ma non confermato, che qualcuno abbia potuto vedere qualcosa. Ora l’uomo che avrebbe sparato è sotto interrogatorio nella caserma dei militari dove viene ascoltato dal sostituto procuratore della Repubblica di Benevento. Intanto, l’intero paese è sotto choc e subito sul posto del delitto sono accorsi diversi cittadini. “E’ un episodio – commenta il sindaco di Durazzano, Alessandro Crisci – che lascia sgomenti sia noi amministratori ma, soprattutto, tutta la nostra comunità, non abituata a fatti di cronaca di questo tipo”.

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