Gricignano, l’accusatore scagiona Aquilante: “Mai ricevuto richieste di tangenti”

di Antonio Taglialatela

Gricignano – “Non ho mai ricevuto richieste esplicite o velate di tangenti da parte di Aquilante”. “Sono stato convinto dall’avvocato di un’associazione antiracket e dai carabinieri di San Cipriano di mettere per iscritto questo…”. “…Io penso che abbiano scritto e interpretato male i carabinieri, io sono stato chiaro con loro”. Colpo di scena nel processo Ecoplus che vede imputato, con l’accusa di concussione, Andrea Aquilante, ex vicesindaco di Gricignano, rappresentato e difeso dall’avvocato Fabio Di Fonzo. Il suo unico accusatore, l’imprenditore Antonio Rao di Cesa, nelle dichiarazioni rese come teste nel corso dell’udienza tenutasi nell’aula penale del tribunale di Napoli Nord, ha chiarito più volte di non aver mai ricevuto da Aquilante la richiesta di 100mila euro in cambio delle autorizzazioni a realizzare un impianto di trattamento rifiuti, la Ecoplus, di cui Rao è titolare, nell’area industriale di Gricignano.

Una vicenda che risale al 2013, quando Aquilante era da pochi mesi in carica come vicesindaco. Secondo la denuncia presentata all’epoca da Rao, Aquilante, durante un incontro avvenuto in un bar di Cesa, gli avrebbe avanzato la richiesta estorsiva. Oggi, a distanza di circa sei anni, in aula l’imprenditore smentisce quella ricostruzione, sostenendo una tesi che, addirittura, modifica completamente l’atteggiamento che in quell’occasione avrebbe assunto Aquilante, il cui unico interesse sarebbe stato quello della salvaguardia ambientale del territorio, soprattutto per evitare un nuovo caso Ecotransider, e di rivolgere attenzione ai giovani disoccupati locali.

Rao spiega di aver chiesto quell’incontro informale a Cesa con Aquilante poiché, in quel momento, “il Comune di Gricignano e i suoi amministratori avevano fatto una forte campagna politica contro queste aziende di smaltimento”. Allora Rao chiese ad un imprenditore di Gricignano di incontrare Aquilante, in quanto vicesindaco, in vista delle conferenza di servizi presso la Regione Campania durante la quale si doveva valutare la richiesta di realizzazione dell’impianto. Da chiarire, a tal proposito, che nelle conferenze di servizi il Comune non ha poteri vincolanti, può solo dare un parere urbanistico, poiché le autorizzazioni a trattare le varie tipologie di rifiuti vengono concesse dalla Regione.

Aquilante raccolse l’invito di Rao e, insieme all’imprenditore gricignanese che l’aveva contattato, si incontrarono in un bar di Cesa. E lì, racconta Rao al giudice, “ci fu una discussione del più e del meno, dove il vicesindaco si voleva assicurare che noi non facessimo attività di recupero tossico, né più e né meno, prese una garanzia da parte mia di dire che l’attività non avrebbe avuto uno svolgimento in prodotti tossici e di cattiva…come dire…cioè non avrebbe portato un impatto ambientale in prodotti tossici…”. E, alla domanda su “cos’altro vi siete detti?”, Rao risponde: “Mi ha chiesto una particolare attenzione a cercare di dare manforte ai giovani disoccupati locali”. Una richiesta, tra l’altro, non legata ad eventuali clientelismi, poiché Rao, alla domanda se Aquilante gli avrebbe indicato nomi o numeri precisi di persone da assumere, risponde categoricamente “No”. E quando il pm incalza chiedendogli se Aquilante “non le chiese denaro né altro?”, il teste conferma: “No”.

Sul motivo per cui, solo circa 8 mesi dopo, decise di denunciare invece la “tentata estorsione”, Rao, in sintesi, riferisce che ci fu, da parte sua, una “percezione sbagliata” di quanto era accaduto durante quell’incontro, e di averlo fatto dopo tutto quel tempo perché convinto da un avvocato dell’antiracket. Anche l’altro imprenditore di Gricignano presente, sentito in un’altra udienza come testimone, ha riferito di non aver “mai sentito quella richiesta” di tangente. E su come quella cifra di 100mila euro sia spuntata durante la discussione, Rao risponde che era legata a “consulenza, progettazione, opere di urbanizzazioni”, ossia le spese da sostenere per l’azienda al fine di ottenere dalla conferenza di servizi le autorizzazioni per l’opera.

Il caso Ecoplus salì alla ribalta delle cronache nel giugno dello scorso anno, in piena campagna elettorale per le amministrative a Gricignano, proprio quando Aquilante era candidato sindaco. In quella circostanza, l’ex vicesindaco spiegò: “Mi limitai a dire a Rao che, fermo restando le ricadute occupazionali, che un’amministrazione ritiene sicuramente positive per la cittadinanza, se aveva intenzione di creare una nuova Ecotransider e quindi un’altra potenziale ‘fabbrica di puzza’, ottenendo l’autorizzazione dalla Regione a trattare anche rifiuti umidi, allora noi ci saremmo opposti con tutte le nostre forze anche se, lo ripeto ancora una volta, la zona industriale è gestita dall’Asi e il Comune può dare solo un parere di conformità urbanistica”. “Poi – continuava Aquilante – dopo un anno, ripeto, un anno da quell’incontro, venni a sapere che Rao mi aveva denunciato per tentata estorsione. Quando fui chiamato dai carabinieri diedi chiarimenti su questa assurda accusa e il conoscente che allora mi accompagnò nel bar a Cesa confermò che non avevo fatto alcuna richiesta di soldi”. Agli atti del processo, tra l’altro, non figura alcuna prova, solo qualche conversazione registrata dallo stesso Rao in cui lui dice che gli avrei chiesto soldi. Ma soldi a pro di che cosa se, ripeto, il Comune ha poteri limitati sull’insediamento di aziende nell’area industriale?”.

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