Aversa, la morte di Giuseppe Capone: due famiglie rovinate dalla tragedia

di Nicola Rosselli

Aversa – Due famiglie rovinate, due famiglie che non riusciranno mai ad elaborare la tragedia di lunedì sera, consumatasi in via Salvo D’Acquisto, nelle vicinanze del Palasport. Questo il pensiero comune ad Aversa. Le due famiglie coinvolte, quella della vittima e dell’investitore, sono molto note nella città normanna. A rimanere senza vita il medico 32enne Giuseppe Capone, in servizio al Policlinico di Napoli, primo di due figli di Gaspare Capone, ginecologo in pensione dopo aver prestato servizio all’ospedale “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta, e di Sandra Motti, professoressa di biologia.

Liberata la salma per il funerale – Dopo l’autopsia, eseguita all’istituto di medicina legale di Caserta, la salma è stata restituita ai familiari. Le esequie saranno celebrate oggi, 9 gennaio, alle ore 16, nella chiesa di Santa Teresa del Bambino Gesù, in via Luca Giordano, nel Parco Argo.

Patente ritirata al 18enne, alcoltest negativo – Alla guida della Morris Mini Cooper il figlio del noto commercialista Sergio Di Meo, figura di primo piano nello sport aversano, in particolare nel mondo della pallavolo, e nella politica locale. Il ragazzo, maggiorenne dallo scorso mese di aprile, aveva conseguito la patente da pochi mesi. Proprio questa circostanza ha determinato il ritiro della patente, conseguita nello scorso mese di luglio, in quanto non avrebbe potuto guidare quella vettura di cilindrata elevata. Da evidenziare che il 18enne, provato per quanto avvenuto, è stato sottoposto sia ad alcoltest che ad altri esami tossicologici presso l’ospedale San Giuseppe Moscati di Aversa senza che emergesse nulla.

Era tardi per donare gli organi – La famiglia del giovane medico aveva anche espresso la volontà di donare gli organi ma era, oramai, troppo tardi poiché trascorso molto tempo dalla morte al trasporto della salma all’istituto di patologia dell’ospedale di Caserta, dove, su disposizione del magistrato della competente Procura della di Napoli Nord in Aversa, che si occupa della vicenda, Giuseppe Riccio, è stato eseguito l’esame necroscopico.

Auto viaggiava al doppio del limite di velocità – Lo stesso magistrato starebbe valutando la posizione del giovanissimo investitore per verificare la possibilità di sottoporlo a fermo secondo le previsioni della normativa relativa agli omicidi stradali. Gli agenti della Polizia municipale, coordinati dal comandante Stefano Guarino, avrebbero, infatti, accertato, secondo quanto avrebbe dichiarato lo stesso giovane guidatore, che, rispetto al limite dei 30 chilometri all’ora presente sul posto, la vettura stava andando ad almeno il doppio. Tutto questo, ovviamente non intacca la dinamica dell’incidente mortale che non è stata ancora accertata. A tale scopo sono state acquisiti, nella mattinata di ieri, i filmati delle telecamere di un bar, quello dal quale il guidatore e i tre amici che erano con lui sono partiti. Si sta, inoltre, verificando se altri negozi in zona siano anch’essi dotati di telecamere. I caschi bianchi stanno anche verificando le voci della presenza di altre auto su quella strada. Hanno anche appreso, dalle dichiarazioni dei quattro ragazzi a bordo della Mini, che dopo l’impatto sono andati più avanti per una decina di secondi per poi tornare subito indietro ed attivarsi per i soccorsi. Ma, a quanto pare, la vittima sarebbe morta sul colpo.

L’incidente – L’incidente è avvenuto intorno alle 20.30 (il 118 è stato allertato alle 20.32), in via Salvo D’Acquisto, a pochi passi dalla statua del carabiniere eroe, nelle vicinanze del Palazzetto dello Sport. Giuseppe Capone stava tornando dalla palestra ed era quasi giunto al Parco Cerimele, dove abitava. La Mini lo ha investito e il corpo è finito sul parabrezza mandandolo in frantumi; circostanza che avrebbe provocato la morte sul colpo del medico. Il conducente della vettura ha allertato i soccorsi ma i sanitari del 118 non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Sul posto, avvertiti dal comandante Guarino, i familiari della vittima, addolorati, per il riconoscimento.

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