Aversa, l’isola ecologica che…non c’è: cittadini costretti a riportare rifiuti a casa

di Nicola Rosselli

L’isola che non c’è. Emergenza ingombranti ad Aversa. Mobili, giocattoli, vestiti, materassi e via dicendo non vengono accettati da oltre un mese nell’isola ecologica di via Perugia e scoppia la protesta degli aversani. Significativo il racconto di Francesco Pagano, che afferma: «L’altro giorno, come già avevo fatto la settimana scorsa, ho caricato la mia auto con giochi e bici ormai vecchi dei miei figli. A via Cappuccini dicono di andare a via Perugia. A via Perugia mi hanno detto che da un mese non si può depositare e non mi hanno saputo dare il nome di un referente».

Pagano aggiunge anche una curiosità significativa: «Nel frattempo si è avvicinato un signore che staziona perennemente fuori al deposito di via Perugia invitandomi a consegnare bici e giochi vecchi. Alla mia domanda su che fine avessero fatto questi rifiuti mi ha risposto che li avrebbe venduti ai mercatini. Mi sono rifiutato di consegnarli cosciente del fatto che recuperato le parti in ferro, tali rifiuti avrebbero alimentato qualche discarica abusiva e dato vita ai soliti roghi tossici della nostra zona». Giunge, poi, la conclusione con l’interrogativo: «Sono ritornato a casa e scaricato l’ingombrante nel box. Mi chiedo: è normale una situazione del genere? Dove bisogna depositare tali rifiuti, sotto la casa comunale? Perché ci meravigliamo dei rifiuti sparsi qua e là se la situazione è questa? Che fine hanno fatto i rifiuti di centinaia di cittadini che nell’ultimo mese si sono recati a via Perugia? Non credo che tutti siano stati tanto stupidi come il sottoscritto da caricare e scaricare due volte la propria auto». Sulla stessa scia un’altra cittadina che ha raccontato: «Anch’io con sabato scorso sono arrivata a quota sei, dico sei volte per depositare abiti smessi e stracci dà buttare e per la sesta volta me li sono riportati a casa».

«Non è così, non possono rifiutarsi. Devono raccogliere. – risponde sul tema l’assessora con delega all’Igiene urbana Marica De Angelis – Chi si è visto rifiutare il conferimento si rechi nuovamente presso l’isola ecologica e se non viene consentito loro di scaricare tre o quattro pezzi alla volta chiamino i vigili urbani o contattino me». Sul tema interviene anche l’amministratore delegato della Senesi, l’azienda marchigiana che gestisce il servizio di igiene urbana in città, Rodolfo Briganti, che spiega: «Teoricamente il nostro addetto deve prendere gli ingombranti, salvo il caso che, purtroppo, per cause non dipendenti né da noi né dall’amministrazione comunale, il cassone sia già pieno e l’impianto presso il quale andiamo a scaricare non lo riceva perché sono stati superati i quantitativi settimanali o mensili previsti. In quel caso, avendo già il cassone pieno, per problemi di carico incendio e normativa sui rifiuti, non è possibile riceverne di ulteriori. Verifico, comunque, personalmente cosa è accaduto».

Una risposta che può accontentare solo a metà, visto che la mancata presa in carico di ingombranti sembra essere diventata oramai la normalità e non un’eccezionalità. Intanto, gli agenti della Polizia municipale in forza al Nucleo ambientale continuano la loro attività repressiva contro i numerosi cittadini e imprenditori che sversano in maniera errata o abusiva. Nei giorni scorsi sono state elevate altre due contravvenzioni in via Gramsci a due attività di somministrazione: un bar ed un pub, che avevano depositato i propri rifiuti nei giorni errati di conferimento e non differenziati. In via Michelangelo, inoltre, è stato individuato e sanzionato un intero condominio che non rispettava il calendario di deposito.

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