Tentano di lasciare l’Italia con 300mila euro nascosti in auto: coppia albanese fermata a Ventimiglia

di Redazione

La Guardia di Finanza di Ventimiglia ha sequestrato oltre 290mila euro in contanti ad una coppia di albanesi che stava tentando di attraversare il confine con la Francia dopo averli nascosti in un doppiofondo all’interno dell’automobile su cui viaggiavano. Il dispositivo di vigilanza adottato dalle Fiamme gialle proprio per individuare i possibili traffici illeciti internazionali ha portato a selezionare, nel flusso continuo di automezzi al valico autostradale di Ventimiglia, un’automobile con targa tedesca in procinto di uscire dall’Italia.

I due passeggeri fermati, residenti da tempo in provincia di Brescia, hanno dichiarato di essere diretti in Spagna per una vacanza e di avere con sé solo 1.500 euro. La somma dichiarata rientrava ampiamente nei limiti di legge e i due non avevano precedenti di polizia, per cui nulla di particolare sembrava emergere dal controllo. Tuttavia, i finanzieri si sono accorti che i due albanesi non sembravano avere neanche forme di reddito palesi, che erano cioè nullatenenti, per cui hanno deciso di procedere con un controllo più approfondito dell’auto con l’unità cinofila “cash dog” Bacon. Salito in macchina dopo un primo giro all’esterno dell’autovettura, il giovane Labrador ha puntato subito i sedili posteriori dell’automobile, facendo capire ai militari che qualcosa non andava. Tra i sedili posteriori era stato infatti ricavato un doppiofondo al cui interno venivano rinvenuti numerosi pacchetti di cellophane sottovuoto contenenti un documento d’identità falso e centinaia di banconote di vario taglio per un totale di 295.450 euro.

Non potendo dimostrare in alcun modo la provenienza lecita della cospicua somma di denaro, peraltro occultata proprio per eludere possibili controlli delle forze di polizia, i due cittadini albanesi sono stati denunciati per ricettazione e l’intera somma è stata sequestrata e non potrà più essere impiegata in attività criminali o reinvestita in attività economiche che possano inquinare il mercato legale.

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