‘Ndrangheta, 11 arresti a Roccabernarda: fatta luce su omicidio Castiglione

di Redazione

I carabinieri della compagnia di Petilia Policastro (Crotone) hanno eseguito nella zona di Roccabernarda, una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso. I reati riscontrati sono: omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione, ricettazione, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, abuso d’ufficio, vari danneggiamenti e uccisione di animali. In arresto sono finiti: Santo Antonio Bagnato, Antonio Cianflone, Domenico Iaquinta, Antonio Marrazzo, Gianluca Lonetto, Mario Riccio, Giuseppe Bagnato, Michele Marrazzo, Emanuele Valenti Carcea, Maurizio Bilotta, Salvatore Aprigliano.

L’indagine, denominata “Trigarium”, è stata avviata a seguito dell’omicidio in danno di Rocco Castiglione, e del tentato omicidio del fratello Raffaele, avvenuti con un agguato nelle campagne di Roccabernarda il 31 maggio 2014. Le investigazioni, condotte dal personale del nucleo operativo della compagnia di Petilia Policastro, da maggio 2014 a maggio 2015, hanno consentito di accertare la presenza a Roccabernarda di una locale di ‘ndrangheta dedita alla commissione di reati contro il patrimonio (in particolare furti e uccisioni di animali d’allevamento e da cortile, danneggiamenti aggravati alle colture, a veicoli, a sistemi irrigui, a mezzi meccanici, nonché estorsioni) nella maggior parte dei casi ai danni di persone intimidite, tanto da farle desistere anche solo dal presentare denuncia dei torti subiti. Tutto era finalizzato a raggiungere uno stato di assoggettamento della popolazione attraverso un atteggiamento prevaricatore e di conseguenza un controllo e uno sfruttamento delle poche risorse economiche della zona. Da sottolineare come, in un piccolo territorio come quello di Roccabernarda, l’influenza di un’organizzazione di tipo ‘ndranghetistico viene esercitato, non già attraverso reati di elevata portata, ma anche e soprattutto con condotte che sebbene appaiono apparentemente veniali (ad es. furto di ortaggi e verdure) hanno però la capacità dimettere sotto pressione la comunità cittadina soggiogandola ai voleri della cosca.

I carabinieri sono riusciti ad individuare i componenti del sodalizio criminale, composto da 15 indagati (11 raggiunti da provvedimenti cautelari) al cui vertice si è imposto Antonio Santo Bagnato, ideatore dell’omicidio, determinato dalla sua volontà di affermarsi sul territorio quale vertice dell’organizzazione criminale a discapito della famiglia Castiglione, scoprire e ricostruire numerosi reati contro il patrimonio commessi dai sodali con il benestare o per volontà del Bagnato.

Accertata anche la commissione di alcuni reati commessi da funzionari dell’Ufficio tecnico del Comune di Roccabernarda al fine di favorire l’organizzazione criminale nella realizzazione di opera edilizie abusive; infatti, nel caso ricostruito dai carabinieri della compagnia di Petilia Policastro, l’atteggiamento dell’ufficio tecnico comunale che ha rilasciato il permesso di costruire violando la legge non si è limitato a favorire di fatto Antonio Santo Bagnato ma ha allo stesso tempo rafforzato il “prestigio” dell’organizzazione laddove si consideri che la condotta dei due pubblici ufficiali, nell’impedire che il capo locale venisse bloccato nella realizzazione di un manufatto in cemento armato in corso di realizzazione e di una stalla, prendendo immediatamente dei provvedimenti e consentendone il dissequestro, ha dato l’ennesima conferma all’esterno della soggezione della comunità tutta alla cosca.

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