Estorce imprenditore di Nardò, incastrato da telefonata fatta a Galatone

di Redazione

Gli agenti della Squadra mobile di Lecce e del commissariato di Nardò, in collaborazione con i colleghi della Squadra mobile di Sassari, hanno eseguito, nelle prime ore della mattinata del 27 luglio, in località San Pasquale, frazione di Tempio Pausania (Sassari), su ordine del sostituto procuratore di Lecce, Massimiliano Carducci, l’ordinanza di custodia cautelare a carico di un 22enne di Manfredonia, Kevin Pacillo, ritenuto responsabili di tentata estorsione aggravata, violazione di domicilio e detenzione e porto in luogo pubblico di esplosivo.

Le indagini, si sono sviluppate a seguito delle denunce sporte da un noto imprenditore di Nardò (Lecce) nel mese di febbraio scorso, il quale denunciava una richiesta estorsiva avvenuta tramite una missiva unita ad un petardo, entrambi collocati sul parabrezza della propria autovettura. L’esplicito testo della lettera non lasciava dubbi sulle reali intenzioni del mittente il quale, nel mostrarsi profondo conoscitore delle abitudini familiari della vittima richiedeva la somma di 50mila euro, minacciando, in caso di rifiuto, ritorsioni nei confronti dei familiari dell’imprenditore.

Qualche giorno dopo si verificava, sempre a danno dell’imprenditore, l’esplosione di una bomba carta, collocata su una finestra retrostante la sua abitazione, causando la rottura del vetro e il danneggiamento dell’infisso. L’episodio veniva immortalato dall’impianto di videosorveglianza posto ai lati della casa, le cui immagini ritraevano un individuo giunto a piedi, dopo aver scavalcato il muro di cinta sito nella parte retrostante del fabbricato, disponeva l’ordigno e dopo l’accensione della rispettiva miccia, fuggiva a piedi e pochi istanti dopo si registrava il bagliore scaturito dalla deflagrazione. A qualche ora dall’attentato sull’utenza dell’imprenditore giungeva una nuova mirata telefonata, in cui l’interlocutore ribadiva la pretesa estorsiva fatta in precedenza: “Signor *omissis*…hai 24 ore per portarci i soldi che non ci hai portato l’altro giorno, signor *omissis* hai 24 ore per portarci 50mila euro…altrimenti la facciamo chiusa!”. Tale ultima circostanza veniva fatta seguire, in sequenza, da due messaggi: “Oggi alle ore 12:00 faccio andare uno dei miei a prendere i soldi. Se non ci sono o succede qualcosa inizia a pregare. Spero di essere stato chiaro signor *omissis*” e “Lecce Gallipoli, uscita stadio Nardò, a destra di fronte al cane morto”.

I successivi accertamenti sul numero telefonico dal quale erano stati inviati i messaggi estorsivi permettevano di appurare che si trattava di una numerazione apparteneva ad una cabina telefonica pubblica installata nella piazza di Galatone (Lecce) coperta da telecamere di video-sorveglianza gestite dal comune. Dalla visone del filmato (IN ALTO IL VIDEO), in corrispondenza degli orari compatibili con l’invio dei messaggi, si notava che nei pressi della citata cabina telefonica giungeva l’autovettura Polo Volkswagen‎ di colore grigio, di cui si rilevava chiaramente il numero di targa, con due persone a bordo le quali si recavano all’interno della cabina telefonica e, per alcuni minuti, utilizzavano la tastiera dell’apparecchio operazione compatibile con l’invio di messaggi.

Anche le ulteriori investigazioni, oltre agli elementi raccolti sino a quel momento, propendevano in ordine all’identificazione del giovane autore dell’atto estorsivo nel 22enne; congettura rafforzata anche dai filmati del sistema di sorveglianza installato presso un negozio di compro oro dell’imprenditore sito a Lecce, che immortalava, all’interno dell’attività commerciale, l’estortore durante la compravendita di alcuni monili e, come per legge, veniva identificato quale cliente. Sulla scorta dei gravi indizi di colpevolezza raccolti, il gip del Tribunale di Lecce, Vincenzo Brancato, ritenuta la reiterata pericolosità manifestata con spregiudicatezza ed elevata inclinazione a delinquere del giovane applicava nei suoi confronti la misura della custodia cautelare in carcere, disponendone il trasferimento nella casa circondariale di Tempio Pausania.

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