Gricignano, tragico parto trigemellare: respinte eccezioni difesa medici imputati

di Antonio Taglialatela

Si è tenuta oggi, al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dinanzi al giudice monocratico Roberta Carotenuto, la seconda udienza del processo a carico dei 14 medici (di due strutture ospedaliere, il “San Giuliano” di Giugliano e la clinica “Pineta Grande” di Castel Volturno) accusati del reato di omicidio colposo aggravato per la morte di Francesca Oliva, la 29enne mamma di Gricignano deceduta il 24 maggio 2014 per setticemia e di due dei tre feti che portava in grembo. – continua sotto – 

Nel corso dell’udienza, preliminarmente, i difensori dei medici coinvolti hanno sollevato una serie di eccezioni relative all’utilizzabilità dell’esame autoptico che fu disposto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere immediatamente dopo il decesso di Francesca e della relativa consulenza medico legale, nonché sulla intempestività del deposito della lista dei testimoni indicati dal pubblico ministero. A tali eccezioni è seguita la ferma opposizione del pubblico ministero e dei difensori della parte civile, avvocati Raffaele Costanzo e Francesco Lettieri, a seguito delle quali il giudice, dopo essersi riservato, ha rigettato in toto le eccezioni preliminari proposte dalle difese degli imputati.

Successivamente si è proceduto alla formulazione delle richieste istruttorie delle parti processuali e all’apertura del dibattimento che porterà, nelle prossime udienze, all’esame di tutti i testimoni e i consulenti elencati nelle liste testimoniali del pubblico ministero, della parte civile e degli imputati.

La prossima udienza è stata fissata per il 7 maggio prossimo, alle ore 14, per procedere all’esame delle persone offese: Alessandro Puca (marito di Francesca), Gianna Tessitore (mamma di Francesca), Tommaso Oliva e Salvatore Oliva (fratelli di Francesca) e Immacolata Tessitore (cognata di Francesca). – continua sotto – 

Francesca Oliva morì per setticemia. Nel suo grembo c’erano tre gemelli. Solo uno, una femmina, sopravvisse. Era il 24 maggio del 2014 e Francesca, seguita durante la gravidanza dal ginecologo S.R., era stata ricoverata prima all’ospedale di Giugliano e poi alla clinica di Castel Volturno. Dopo le minacce di aborto, il suo medico, il 7 maggio, le aveva praticato un cerchiaggio cervicale a fronte della presenza di una significativa leucocitosi con neutrofilia del 77 per cento, emersa dagli esami del sangue. Era in atto una contaminazione batterica. Qualche giorno dopo, uno dei suoi tre bambini, il maschietto, morì. Nessuno, però, se ne accorse, nonostante l’ecografia eseguita, stando alla Procura di Santa Maria Capua Vetere, dal medico S.A. E così Francesca venne trasferita d’urgenza, il 19 maggio, alla clinica “Pineta Grande”. Il 22 maggio la sua condizione di salute precipitò. La febbre altissima venne curata con antibiotici inidonei. Il 23 maggio si decise, infine, di operare il cesareo, per far nascere i bambini alla venticinquesima settimana di gestazione. Il maschietto era già morto, mentre una delle due femmine, Giorgia, superata la fase de parto, morì dopo 24 ore per scarsa maturità dell’apparato respiratorio. L’unica sopravvissuta fu una bambina, Maria Francesca, trasferita all’ospedale “Santobono” di Napoli e salvata dai medici di quella struttura.

AGGIORNAMENTO: Il 25 ottobre 2021 il giudice ha assolto con formula piena tutti i 14 medici imputati, ritenendo quale unico responsabile, sulla base di una perizia medico-legale, un altro medico nel frattempo deceduto: leggi qui

IN ALTO IL VIDEO DEI FUNERALI DI FRANCESCA E DELLA PICCOLA GIORGIA (28 maggio 2014)

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