Fatta a pezzi e rinchiusa in valigie: nigeriano fermato per l’omicidio di Pamela Mastropietro

di Redazione

Si chiama Innocent Oseghale il nigeriano dichiarato in stato di fermo per la morte di Pamela Mastropietro, la 18enne romana scomparsa il 29 gennaio, il cui cadavere smembrato è stato rinvenuto ieri in due trolley in un fossato nei pressi di Pollenza. A casa dell’uomo, in un appartamento in via Spalato 124, i carabinieri del Ris hanno trovato i vestiti della vittima sporchi di sangue e altre tracce ematiche. Trovato anche uno scontrino di una farmacia poco distante dove la vittima aveva acquistato una siringa.

Oshegale è stato interrogato durante la notte in presenza del suo legale e di un interprete e poi dichiarato in stato di fermo, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Ad inchiodarlo c’è anche la testimonianza resa volontariamente da un cittadino straniero, estraneo ai fatti, prima alla polizia e poi ai carabinieri del comando provinciale di Macerata, che ha detto di avere visto il nigeriano nella tarda serata del 30 gennaio in possesso delle valigie contenenti i resti di Pamela e nei pressi del luogo dove i bagagli sono stati gettati, in un fossato nelle campagne di Pollenza.

Le indagini, comunque, non sono finite. Al momento ci sono elementi per il fermo del solo nigeriano, ma i carabinieri non escludono che possano emergere spunti di indagine sull’eventuale coinvolgimento di altre persone. Le telecamere dei sistemi di sicurezza sono state determinanti per ricostruire gli spostamenti di Pamela. La visione di tutte le telecamere che in qualche modo avrebbero potuto riprenderla dal 29 gennaio al primo febbraio, ha permesso di appurare che era ancora in vita nelle giornate del 29 e del 30 mattina. Le sue tracce si sono sono perse nella tarda mattinata del 30 gennaio in via Spalato a Macerata. Poi anche grazie a prove testimoniali e ancora immagini video, è stato individuato Innocent Oseghale, il 29enne nigeriano dichiarato in stato di fermo, come l’ultima persona che aveva avuto contatti con lei in vita.

Per tutto il giorno proseguiranno gli accertamenti di natura tecnico-scientifica del Ris nell’appartamento in via Spalato a Macerata dove Pamela, allontanatasi da una comunità di Corridonia, sarebbe stata uccisa e sezionata. Nell’appartamento, domicilio del nigeriano, on permesso di soggiorno scaduto e con precedenti di polizia per droga, sono stati trovati i vestiti insanguinati della vittima e tracce ematiche. I carabinieri del Nucleo investigativo di Macerata ritengono che proprio in quella casa Pamela sia morta, forse per overdose oppure uccisa, e soprattutto che lì il suo corpo sia stato fatto a pezzi, con strumenti da taglio o meccanici, ma non elettrici, dato che nessuno avrebbe sentito rumori provenienti dall’abitazione.

“Spero e prego che giustizia sia fatta!..quello che le hanno fatto è indescrivibile e così crudele che spero di vederli soffrire lentamente fino alla morte!..ti amo”, scrive in un post su Facebook Alessandra Verni, madre di Pamela.

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