Milano ritenta. Sala: “Vogliamo l’Agenzia europea del farmaco qui!”

di Gabriella Ronza

Milano non demorde e ci riprova con la richiesta di attribuzione della sede principale dell’Agenzia europea del farmaco (che ha il compito di vigilare e coordinare la valutazione dei farmaci messi in commercio nell’Unione Europea e di diffondere periodicamente linee guida e altre informazioni in numerosi ambiti della medicina, dai vaccini ai medicinali, passando anche per i prodotti utilizzati in ambito veterinario) al capoluogo lombardo.

In un’intervista radiofonica il sindaco, Giuseppe Sala, ha detto che oggi partirà un ricorso del governo italiano per rimettere in discussione l’assegnazione della European Medicines Agency (EMA), l’agenzia europea del farmaco che al momento ha sede a Londra ma che dovrà essere spostata entro il 2019, quando il Regno Unito lascerà l’Unione Europea. Lo scorso 20 novembre il sorteggio finale aveva stabilito che la sede sarebbe stata trasferita ad Amsterdam, nei Paesi Bassi; Milano, che si era candidata e aveva ottenuto gli stessi voti di Amsterdam, era rimasta esclusa.

Negli ultimi giorni però il direttore di EMA, Guido Rasi, ha fatto sapere durante una conferenza stampa che l’amministrazione di Amsterdam è in ritardo con la preparazione della nuova sede per l’Agenzia: l’edificio non c’è ancora e dunque è stata proposta una soluzione transitoria che, secondo Rasi, “non è ottimale” poiché si avrà “solo la metà dello spazio rispetto alla nostra sede attuale a Londra”. Un doppio trasloco comporterebbe poi ulteriori problemi e costi, e allungherebbe i tempi.

L’EMA dovrà essere operativa ad Amsterdam dal primo giorno di Brexit, cioè il 30 marzo del 2019. Rasi ha comunque spiegato che la decisione di trasferire l’EMA da Londra ad Amsterdam “è stata accolta favorevolmente dall’Agenzia e dal suo personale” e che in un’indagine condotta lo scorso anno “oltre l’80 per cento dei nostri 900 dipendenti ha dichiarato che sarebbe stato disposto a trasferirsi ad Amsterdam”.

Dopo le dichiarazioni di Rasi, il sindaco di Milano ha fatto sapere di aver chiamato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e di avergli detto che “è il momento di essere aggressivi, facciamolo, proviamoci, fino in fondo, e da quello che mi ha detto, e senz’altro sarà così, oggi parte il ricorso”.

Sala ha precisato che le possibilità di una riassegnazione della sede a Milano “non sono altissime: ma dobbiamo provarci”. La sua proposta è stata sostenuta anche dalla presidente della Camera Laura Boldrini, dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin e dal presidente della Lombardia Roberto Maroni.

Secondo Sala, se dovessero riassegnare EMA a Milano lo dovrebbero fare in tempi brevi perché si dovrebbe preparare il Pirellone. La volontà di ottenere l’assegnazione della fede ha ragioni anche e soprattutto economiche: ka città che ospita l’EMA – finora Londra – usufruisce di un indotto molto importante considerata la quantità di persone che raggiungono la sede dell’EMA, trascorrono alcuni giorni in albergo, pranzano nei ristoranti, utilizzano i mezzi pubblici e così via. Molte società farmaceutiche hanno poi stabilito sedi a Londra per essere vicine all’EMA ed è probabile quindi che decideranno di spostare le loro filiali nella città scelta per ospitarla in futuro, creando quindi un ulteriore indotto.

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