Firenze, bandiera neonazista in caserma carabinieri: indaga procura militare

di Redazione

“Probabilmente non è stato commesso nessun reato militare, ma c’è un problema disciplinare e un grande problema culturale”. Il procuratore militare Marco De Paolis commenta così, al Giornale Radio Rai, l’inchiesta aperta da lui stesso sulla bandiera del Secondo Reich esposta da un carabiniere alla caserma Baldissera di Firenze. Per il militare, un 20enne, non sembrano configurabili al momento reati né ordinari né militari. Le norme della legge Mancino del 1993, che sanziona gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, e della legge Reale del 1975 sulle discriminazioni razziali, non dovrebbero essere applicabili a questo episodio.

Intanto, emerge che nella camera del militare, che non era singola ma ospita più posti letto, ci sarebbe anche un poster di “Call of Salveenee”, parodia già nota del videogioco “Call of duty”, in cui è ritratto il leader della Lega Nord Matteo Salvini che imbraccia un mitra. Dura nota di Anpi Firenze sulla vicenda: “L’esposizione della bandiera è uno sfregio a uno dei simboli della nostra comunità. È un episodio che non va sottovalutato”.

De Paolis ha dato comunque disposizione di verificare “se invece vi siano gli estremi per configurare un qualche reato, perché la norma secondo la quale è reato esporre un vessillo che evochi il nazismo vale per i civili e non specificamente per i militari”, spiega ancora il procuratore. “La questione”, conclude De Paolis, “è capire cosa significa un simbolo del genere, soprattutto per un militare, credo che ci sia da interrogarsi sulla formazione culturale dei giovani prima e dei militari poi”.

La bandiera rappresenta quella della Marina da guerra tedesca (Reichskriegsflagge) issata per la prima volta il 1 ottobre 1867 dalla Confederazione del Nord e confermata dalla costituzione federale dell’Impero il 20 marzo 1871. Ha i colori nazionali della Prussia in bianco e nero, l’aquila prussiana, la croce nordica con il tricolore rosso bianco-nero imperiale tedesco nel cantone superiore con una croce di ferro. Nel 1919 le bandiere della Germania imperiale furono sostituite da quelle della Repubblica di Weimar: tricolore nero-rosso-oro. I nazionalisti tedeschi e in seguito anche i nazisti durante gli anni ’20 usarono quella vecchia bandiera del Secondo reich per protestare contro l’odiata Repubblica di Weimar. Lo fecero anche durante il fallito colpo di Stato (Putsch di Monaco) dell’8 e 9 novembre 1923. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale la Germania vietò l’uso della svastica e di altri simboli che richiamavano il nazismo. Alcuni gruppi neonazisti, non solo in Germania ma anche in Europa e negli Stati Uniti iniziarono così a utilizzare la vecchia bandiera imperiale, insieme ad atri simboli più o meno nuovi. Fino a comparire, di recente, nelle curve degli stadi e nei raduni di alcuni gruppi di estrema destra, insieme a molti altri vessilli. Sulla rete, ad esempio, si trovano diverse foto che ritraggono i sostenitori di Pegida, formazione politica tedesca di estrema destra, che sventolano la Reichskriegsflagge durante una manifestazione contro la politica di Angela Merkel a favore dei migranti.

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