Aspiranti toghe obbligate a indossare minigonna: magistrato indagato a Bari

di Redazione

Il consigliere di Stato Francesco Bellomo è indagato a Bari per estorsione. La Procura del capoluogo pugliese nei giorni scorsi aveva aperto un fascicolo d’indagine senza ipotesi di reato. Ora, sulla base di alcuni elementi acquisiti, ipotizza che Bellomo abbia obbligato alcune sue allieve della Scuola di formazione per magistrati “Diritto e scienza” a presentarsi ai corsi in minigonna, tacchi a spillo e con trucco marcato e preteso che non fossero sposate. La vicenda era stata denunciata dal padre di una studentessa. Secondo il presidente dell’Associazione nazionale Magistrati, Eugenio Albamonte, “il caso del giudice Bellomo ha scoperchiato sicuramente un vaso di Pandora sulla giungla dei corsi per gli aspiranti magistrati che si apprestano a svolgere il concorso. Si è creata una situazione di opacità”.

Il Csm, intanto, ha sospeso dalle funzioni e dallo stipendio e ha collocato fuori ruolo il pm di Rovigo Davide Nalin, collaboratore del consigliere di Stato Francesco Bellomo nella Scuola di formazione giuridica “Diritto e scienza”. A riferirlo è stato il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini. “Da quanto so analoga decisione dovrà assumere il Consiglio di Stato entro breve termine”, ha aggiunto. A chiedere il provvedimento era stato il Pg della Cassazione Pasquale Ciccolo, che ha anche avviato l’azione disciplinare nei confronti del magistrato. Nalin è accusato di aver fatto da “mediatore” tra Bellomo e una borsista per procurare al collega “indebiti vantaggi”, anche di “carattere sessuale”. Quello del “tribunale delle toghe” è un provvedimento cautelare, adottato in via d’urgenza. Occorre evitare che Nalin possa reiterare “condotte “gravemente scorrette” e “incompatibili” con le funzioni giudiziarie, aveva scritto Ciccolo nel motivare la sua richiesta. Perchè si tratta, aveva aggiunto, di vicende di “tale degrado” da ledere non solo la personale “credibilità” del pm, ma quella dell'”intera giurisdizione”.

Per quanto riguarda l’indagine su Bellomo, la Procura di Bari ritiene di essere competente perché una sede della scuola di formazione “Diritto e Scienza” del magistrato è proprio nel capoluogo pugliese – città in cui il magistrato amministrativo risiede – oltre che a Roma e a Milano. Nel corso dell’indagine il procuratore aggiunto Roberto Rossi, titolare del fascicolo, convocherà in qualità di testimoni alcuni degli iscritti al corso e procederà all’acquisizione di altri documenti (anche di natura fiscale) nella scuola.

“La magistratura non può tollerare” l’opacità in cui si svolgono i corsi per gli aspiranti magistrati, ha commentato in un’intervista al quotidiano Il Mattino il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Eugenio Albamonte. “Ora mi auguro che venga fatto un censimento di quanti sono questi corsi, che profitti generano e in quale maniera vengono svolti”, afferma Albamonte, che poi ricorda come da anni l’Anm chieda che il concorso in magistratura diventi di “primo livello”: “Ora è obbligatorio per i giovani che hanno già svolto cinque anni di università frequentare delle scuole di formazione per altri due anni. Un altro anno se ne va per svolgere il concorso”, e ai corsi pubblici delle università, che “hanno comunque dei costi considerevoli”, va sommato quello dei corsi privati per la preparazione all’esame. Albamonte segnala, quindi, “il rischio” che “la selezione in magistratura avvenga per censo. Chiediamo al ministro Orlando di intervenire in fretta: in primis consentendo l’accesso ai concorsi subito dopo la laurea, poi di intervenire sulla formazione pubblica o, laddove sia privata, di censire questi istituti e regolamentarli”.

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