Aversa, processo “The Queen”: il sindaco non resti in silenzio, faccia sentire la sua “campana”

di Antonio Arduino

Aversa – La delibera di giunta 253 del 15 giugno 2017 con cui l‘esecutivo ha deciso che l’Ente non si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario “The Queen”, relativo all’anomalia nell’appalto della ristrutturazione della Casa dello Studente, è chiarissima.

Considerando che l’ex carcere mandamentale, trasformato in studentato a spese del Comune, era stato dato in comodato d’uso gratuito all’Adisu, con contratto del 5 agosto 2010 e consegnata il 16 dicembre 2010, all’epoca dei fatti all’attenzione della magistratura l’immobile non era tra le proprietà comunali, di conseguenza non ci sarebbe ragione per cui l’Ente dovrebbe costituirsi parte civile solo perché nell’atto giudiziario sarebbe stata nominata la città di Aversa. Se l’Ente volesse costituirsi parte civile in ogni procedimento giudiziario interessante cittadini aversani perché ricordarne l’origine lederebbe l’immagine di Aversa dovrebbe farlo un giorno sì ed uno pure.

Così appare giusta la decisione dei componenti della giunta e opportuna quello del sindaco che è stato assente quando l’esecutivo ha votato una delibera che comunque interessava la sua persona. Ma non appare giusto quello di non esprimersi direttamente, lasciando la replica all’assessore Michele Ronza, su un tema che sta diventando uno dei cavalli di battaglia preferiti dell’opposizione che addirittura chiede le dimissioni del primo cittadino. Perdere l’occasione di parlare in prima persona alla cittadinanza con la quale più e più volte ha sottolineato essere l’unico apparentamento fatto in campagna elettorale, gli fa perdere punti in termini di gradimento.

Perché, anche se l’amministrazione sta lavorando bene e tanto, sia pure in silenzio – come sostiene l’assessore Ronza che si appresta a preparare un dettagliato elenco delle cose fatte da proporre alla stampa al compimento del primo anno dell’attuale amministrazione – la sensazione che si ha ascoltando i cittadini-elettori e che questa amministrazione non abbia prodotto alcunché non solo perché fin dalle prime battute la coalizione che sostiene il sindaco è parsa più interessata a posti di potere e ad apparire, ma anche perché sembra avere portato avanti il lavoro preparato da altri sindaci, come Ciaramella, che già aveva progettato opere descritte nel volumetto “La città che cambia,” o Sagliocco, che aveva non solo ripreso e fatte partire opere rimaste irrealizzate ma anche progettato lavori realizzati prima dal commissario prefettizio, poi dall’attuale amministrazione.

Se a questo aggiungiamo l’ancora mancata nomina dell’assessore alle Finanze e tutta una serie di annunci non seguiti da fatti, o trasformati in realtà soltanto a metà, sembra più che normale il commento negativo all’operato dell’amministrazione espresso dai cittadini che considerano il sindaco in una fase di attesa dettata dall’esito del procedimento giudiziario in atto. Ovviamente, dopo essersi espressi, i cittadini-elettori richiedono l’anonimato perché a nessuno piace esporsi esprimendo a viso aperto quanto pensano nel chiuso dei circoli ricreativi, magari c’è bisogno di chiedere un favore ai politici e allora è meglio parlare ma senza apparire!

Da qui la necessità di chiedere al primo cittadino di far sentire la sua “campana”. Noi di Pupia l’abbiamo fatto, ci stiamo provando da due giorni ma, ad oggi, non c’è stata risposta.

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