Aversa è davvero la città di Cimarosa o solo il luogo in cui è nato?

di Antonio Arduino

Aversa – Casa Cimarosa, lavori allo sprint finale. Ma vi siete mai chiesto se davvero Aversa è la Città di Cimarosa e non semplicemente la città in cui è nato il grande musicista? Se l’aveste fatto, forse avreste potuto convenire con il sottoscritto che l’etichetta ‘Aversa Città di Cimarosa’ è sbagliata mentre sarebbe corretto definirla semplicemente ‘città natale’ del genio dell’opera buffa perché di sicuro è nato ad Aversa il 17 dicembre 1749, un dato rilevabile in tutti i testi che riportano la biografia dell’artista e poi c’è l’atto di nascita nella parrocchia di Sant’Audeno, ma nulla più.

Ovviamente, non essendo un esperto di storia aversana, sono pronto a scusarmi dell’eventuale errore se gli esperti della materia sapranno indicare quali sono le evidenze storiche, gli atti, i documenti che possono giustificare la definizione di Aversa città di Cimarosa. Leggendo quanto scritto sul musicista la formazione culturale e il genio, così come le prime opere artistiche di Cimarosa, sono stati coltivati a Napoli città nella quale è vissuto per anni dopo esservi stato portato dai suoi genitori in tenerissima età, sembra molto prima del 1756. Tant’è che, secondo quanto riportato dalla “Treccani”, lo stesso Cimarosa ebbe a scrivere o quanto meno a dettare un documento del 1777 in cui si legge “E come la mia natività colà (ad Aversa) fu quasi per “accidente” poiché dopo pochi giorni dai miei genitori fu trasportato qui in Napoli”.

Dunque, nascere ad Aversa secondo quanto scritto o dettato da Cimarosa fu un “accidente”, in altre parole un caso, come accade per le migliaia di bambini che sono nati o nascono nell’ospedale di Aversa tra i quali potrebbe essere nato o nascere un altro Cimarosa, un politico illustrissimo, un artista famoso di cui la città non ha conoscenza. Quanto alla casa natale se non fosse che nel testamento, redatto il 3 agosto 1884 dal notaio Vincenzo Romano, è descritto l’immobile sito in via Cimarosa 54 come costituito da due corpi di fabbrica, di cui quello affacciato alla strada “è di antica struttura e notevole interesse storico culturale essendovi nato l’illustre aversano Domenico Cimarosa” c’è da chiedersi se quel palazzetto sia  “l’umile casetta di Vico II Trinità” in cui, stando a quanto riportato dalla “Treccani”, è nato il musicista. Se così non fosse quella che oggi è definita casa Cimarosa sarebbe un edificio qualunque.

Del resto, essendo poverissima la famiglia di origine del musicista, perché papà Gennaro Cimarosa era muratore e mamma Anna Di Francesco era lavandaia, viene logico chiedersi come la sua famiglia avrebbe potuto permettersi un alloggio così importante. Un umile casetta in un vicolo era di sicuro alla portata di un muratore e di una lavandaia ma un palazzetto. Tornando al dubbio iniziale, perché definire Aversa città di Cimarosa se non vi sono prove concrete della permanenza del musicista, né dell’esistenza ad Aversa di parenti, materni o paterni, né di altri aversani che portino il cognome, paterno o materno? C’è da pensare che la famiglia si sia fermata ad Aversa proprio per caso, come scrive o detta ad altri lo stesso Cimarosa, per ragioni di lavoro. Così come è andata poi a Napoli dove il padre aveva trovato lavoro come muratore, trovando però anche la morte cadendo da una impalcatura.

Considerando, infine, che il musicista ha vissuto per periodi documentati, di sicuro più lunghi di quanto ipoteticamente abbia fatto ad Aversa, in tante altre città italiane ed europee una di queste potrebbe essere definita città di Cimarosa, ad esempio, Venezia dove è morto l’11 gennaio 1801.

Di conseguenza, non sarebbe meglio etichettare Aversa solo città natale di Domenico Cimarosa, almeno fino a quando non si avranno notizie certe e documentate del periodo in cui il musicista sarebbe vissuto ad Aversa. Naturalmente dopo aver posto la domanda attendiamo risposte, sperando che ci sia chi possa spiegare perché Aversa si definisce la città di Cimarosa e se lo fosse davvero perché, malgrado sembri essere orgogliosa di questa etichetta, non riesce ad onorare il musicista almeno restaurandone il monumento collocato in piazza Mazzini che manca, da anni, del genio alato sulla spalla e di una mano?

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