Abusivismo, demoliti manufatti a Caserta e Santa Maria Capua Vetere

di Redazione

Due demolizioni di manufatti abusivi, a Caserta e Santa Maria Capua Vetere, oggetto di sentenza penale passata in giudicato, sono state fatte eseguire dalla Procura sammaritana. Un provvedimento emesso in attuazione del protocollo d’Intesa tra il procuratore generale presso la Corte di Appello di Napoli e il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – volte, in un territorio qual è quello casertano devastato dalle costruzioni realizzate in violazioni di vincoli urbanistici, a riaffermare instancabilmente e con il massimo impegno la legalità.

Questa volta le ingiunzioni per la demolizione hanno riguardato: l’abbattimento totale di un manufatto abusivo ubicato nel comune di Caserta, in via Carlo III 24, in zona coperta da vincolo ambientale e paesaggistico ex legge 431/85; l’abbattimento totale di un manufatto abusivo su area demaniale nel comune di Santa Maria Capua Vetere, in via Caserta.

“La Procura, già da tempo, – spiega la procuratrice Maria Antonietta Troncone – sta dando impulso alla doverosa demolizione di manufatti abusivi, dando priorità alle opere abusive consentendo il ripristino, per quanto possibile, dell’integrità del territorio, o, comunque, della situazione quo ante. Pertanto, al fine di riaffermare i principi di legalità e giustizia in una provincia in cui a lungo è stata praticata e alimentata invece l’illegalità, è stato consolidato e riorganizzato l’istituito Ufficio Demolizione di questa Procura della Repubblica, con personale di polizia giudiziaria, distintosi per capacità professionale, appartenente all’aliquota della sezione dell’Arma dei Carabinieri, ufficio che coordina le procedure per le demolizioni dei manufatti abusivi insistenti in provincia di Caserta”.

“L’attività di demolizione, come in genere l’attività di repressione/prevenzione, – sottolinea la procuratrice – in realtà, sensibilizza le comunità a un uso del territorio appropriato e rispettoso; le demolizioni trasmettono il segnale inequivocabile che l’abusivismo viene combattuto fino in fondo e che, soprattutto, non conviene. E’, infatti, importante che il provvedimento ablativo venga percepito come giusta (anche se inflessibile) attuazione della legge”.

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