“Il Principe”, Nicola Cosentino condannato a cinque anni per riciclaggio

di Redazione

Nicola Cosentino è stato condannato a cinque anni di reclusione nell’ambito del processo “Il principe e la scheda ballerina”. Il collegio presieduto dal giudice Orazio Rossi ha ritenuto colpevole l’ex sottosegretario all’Economia per il reimpiego di capitali illeciti, reato aggravato dall’articolo 7. Caduta, invece, l’accusa di corruzione. L’ex parlamentare e coordinatore campano del Pdl era accusato di essersi interessato per un finanziamento per la costruzione di un centro commerciale, mai edificato, che volevano gli esponenti del clan dei casalesi.

LE ALTRE CONDANNE – Lo scorso 15 marzo al politico di Casal di Principe era stata inflitta un’altra condanna a sette anni e sei mesi nell’ambito del processo sul “cartello carburanti” per il quale rispondeva di estorsione e illecita concorrenza per le pressioni che Cosentino avrebbe, insieme ai fratelli, perpetrato affinchè il comune di Villa di Briano negasse l’autorizzazione per un distributore di benzina all’imprenditore Luigi Gallo, parte offesa nel procedimento. La sentenza, da parte del collegio del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduto dal giudice Roberta Carotenuto, ha sancito la condanna anche dei fratelli dell’ex deputato: Antonio a 5 anni e Giovanni a 9 anni e sei mesi. Assolta, invece, per prescrizione, l’ex prefetto di Caserta Maria Elena Stasi. Il giudice ha anche ordinato la confisca dei beni e delle quote della “Aversana Petroli”, società di famiglia dei Cosentino.

Altra condanna a nove anni era stata inflitta a Cosentino nel novembre 2016 per concorso esterno in associazione camorristica nell’ambito del processo Eco4. Secondo la tesi della Direzione distrettuale antimafia, il politico avrebbe ottenuto voti dal clan dei casalesi in occasione di diverse tornate elettorali.

Ancora, nel giugno 2016 il tribunale di Napoli Nord ha condannato Cosentino a quattro anni di carcere per corruzione. L’accusa era quella di aver corrotto un agente della penitenziaria in servizio al carcere napoletano di Secondigliano, già condannato in sede di rito abbreviato a 4 anni e otto mesi di carcere.

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