La droga del clan Iovine fino alle Marche: altri due arresti nell’inchiesta “Azimut”

di Redazione

San Cipriano – Nuovi sviluppi nell’indagine denominata “Azimut” (leggi qui), coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, per la quale il 10 novembre 2015 è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, insieme a un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore di circa 34 milioni di euro, nei confronti di 19 indagati gravemente indiziati di far parte di un’associazione mafiosa – collegata ai clan Zagaria e Iovine del “network” criminale dei casalesi – dedita a estorsioni, sequestro di persona, detenzione e porto illegale di armi, intestazione fittizia di beni ed altro.

I carabinieri del Ros di Napoli hanno eseguito altri arresti nei confronti di due persone – Antonio Orlando Manzi, 65 anni, e Raffaele Fiorinelli, 54 – per detenzione e porto illegale di armi, oltre che per acquisto, detenzione e cessione di droga. Per altri 28 indagati la Procura aveva chiesto l’applicazione dello stesso provvedimento per associazione mafiosa, estorsione e reati di droga, ma il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto non sussistessero le esigenze cautelari in ragione di autonome valutazioni fatte in ordine ai singoli reati per i quali non ha rilevato l’aggravante mafiosa.

Dall’approfondimento sul clan Iovine di San Cipriano d’Aversa, capeggiato dai fratelli Salvatore e Mario Iovine, nipoti di Mario Iovine, co-fondatore del clan dei casalesi, assassinato a Cascais, in Portogallo il 6 marzo 1991, è emerso che il sodalizio – approfittando del momentaneo disorientamento dell’intera organizzazione casalese dopo la cattura del superlatitante Michele Zagaria (avvenuta il 7 dicembre 2011) e il conseguente vuoto di potere – è riuscito ad affermarsi, per la gestione di alcune attività illecite, su parte del territorio casertano e in alcune aree del Basso Lazio, mediante rapporti con esponenti di altri clan camorristici, tra i quali è spiccata la figura di Antonio Orlando Manzi, ritenuto già esponente del clan Graziano di Quindici (Avellino), da anni domiciliato a Tivoli (Roma), dove è stato rintracciato e arrestato.

Proprio attraverso Manzo, secondo gli inquirenti, il clan Iovine aveva messo in piedi un traffico di droga culminato con la cessione (attraverso un emissario, poi arrestato), di dieci chilogrammi di hashish a Raffaele Fiorinelli, trafficante di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), sequestrati il 17 dicembre 2013 e ritenuti essere destinati nelle località costiere delle Marche. A carico di Manzi è stata documentata anche la disponibilità di armi.

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