Ue, Italia corregga conti pubblici o procedura per debito eccessivo

di Stefania Arpaia

In una nota sull’adozione del “Rapporto sul debito”, diffusa martedì, la Commissione europea ha avvertito che se l’Italia non modificherà i propri conti pubblici sarà necessario avviare una procedura da parte dell’Ue.

“Se il governo non attuerà in modo credibile le misure per la correzione dei conti pubblici di almeno lo 0,2% del pil entro il mese di aprile – si legge nella nota – la Commissione considererà non rispettata la regola del debito, ma la decisione di aprire una procedura per disavanzi eccessivi sarà presa in base alle previsioni di primavera 2017” che di solito vengono pubblicate a maggio.

“L’alto debito del governo e la protratta debolezza nelle dinamiche della produttività implicano in prospettiva rischi di rilevanza transfrontaliera, in un contesto di alti non-performing loans e disoccupazione – si legge ancora – Il tasso di debito pubblico è pronto a stabilizzarsi ma non ha ancora un percorso di discesa a causa del peggioramento del deficit primario strutturale ed una sommessa crescita nominale. La competitività resta debole mentre le dinamiche della produttività sono rimaste sommesse, anche a causa della lenta ripresa degli investimenti”.

E ancora: “Dopo positive riforme nei processi di bilancio, nel mercato del lavoro, nel settore bancario, nelle procedure per insolvenza, nel sistema giudiziario e nella pubblica amministrazione, lo slancio delle riforme si è indebolito da metà del 2016 e restano lacune in politiche importanti, in particolare per quanto riguarda la concorrenza, la tassazione, la lotta alla corruzione ed il quadro della contrattazione collettiva”.

L’impegno dimostrato quindi, ha riferito la commissione europea, non basta. Al momento l’Italia “è a rischio di non conformità con gli aggiustamenti richiesti dal braccio preventivo” delle regole europee sulla sorveglianza dei bilanci “sia per il 2016 che per il 2017”.

La relazione informa che la situazione del nostro Paese potrebbe creare disagi anche per gli altri Paesi. “L’alto livello di debito del governo e una dinamica protratta di debole produttività implicano rischi con rilevanza transfrontaliera in prospettiva, in un contesto di alti non-perfomrng loans e disoccupazione”.

I Paesi dell’eurozona interessati dagli squilibri macroeconomici più gravi date le loro “debolezze strutturali persistenti” sono Italia, Cipro e Portogallo.

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