Pd, Renzi: “Qualcuno vuole rompere comunque”. Emiliano: “Mi ha chiamato”

di Redazione

“Faccio un appello ai dirigenti: non andatevene, venite. Le porte sono aperte, nessuno caccia nessuno”. Così il segretario del Pd Matteo Renzi in vista dell’assemblea. “Un partito democratico non può andare avanti a colpi di ricatti. Io voglio evitare la scissione ma il dubbio è che si voglia comunque rompere”, afferma. Intanto Michele Emiliano, candidato alla segreteria Pd, fa sapere: “Renzi mi ha chiamato. Spero che il nostro confronto sia utile”.

“Il Pd è fatto da milioni di elettori, migliaia di iscritti – dice Renzi in un’intervista a Il Corriere della Sera -. Il Pd appartiene al popolo, non ai segretari”. “Faccio un appello ai dirigenti – prosegue -: bloccate le macchine della divisione. Non andatevene, venite. Partecipate”.

E su Bersani, sulla sua accusa di voler distruggere il Pd, ribatte: “Non scherziamo. Il Pd non è un partito personale. È più forte dei singoli. Prodi, Veltroni, Bersani, Renzi: i leader passano, il Pd resta. Ma essere un partito democratico significa accettare anche il dibattito. Il confronto. La democrazia interna. La minoranza deve sentirsi a casa. Ma sentirsi a casa non significa che o si fa come dicono loro o se ne vanno”.

“D’Alema nutre nei miei confronti un rancore personale che è evidente. Non voglio più polemiche. C’è stato un tempo ormai lontano in cui lui ha rappresentato la speranza di fare le riforme in Italia: adesso conduce solo battaglie personali. Di solito il suo obiettivo è distruggere il leader della sua parte quando non è lui il capo. Ci è riuscito con Prodi, Veltroni, Fassino. Vediamo se ce la farà anche stavolta. Io spero di no, ma lo decideranno i votanti alle primarie”.

Per quanto riguarda il congresso Renzi ribadisce che “i tempi non li decide mica il segretario! Tanto meno il segretario uscente. C’è uno statuto, ci sono delle regole”. Se il Pd si spaccasse si rischia di consegnare il Paese a Grillo o alle destre. “I grillini sono alti nei sondaggi nonostante gli imbarazzanti risultati di Roma – conclude -, Berlusconi e Salvini sono pronti a riprendersi la scena. Domando: chi ci va dai militanti della festa dell’Unità a spiegare perché si deve rompere il Pd?”.

“Mio padre è già passato da una vicenda analoga tre anni fa. Dopo venti mesi è stato archiviato. Spero che finisca nello stesso modo per questa indagine sul traffico di influenze. Ma in ogni caso, da uomo delle istituzioni, dico come allora che la mia prima parola è di fiducia totale nella magistratura italiana e di rispetto per il lavoro dei giudici”, afferma Renzi. “Guai a chi fa polemica, gli inquirenti hanno il dovere di verificare tutto. E fanno bene a farlo”.

“Non è un’intervista che può sciogliere il nodo. Ci vuole umiltà. Nessuno può avere un livello di autostima tale da anteporre se stesso a un’esperienza politica”. Lo dice l’esponente della sinistra Pd Gianni Cuperlo. L’ex presidente Pd sottolinea la necessità di un confronto tra leader: “Un gruppo dirigente si incontra, anche senza telecamere, senza streaming, per dirsi le cose più aspre in faccia e valutare poi come proseguire”.

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