Aversa, open day: una festa per il futuro all’istituto “Andreozzi”

di Gaetano Bencivenga

Giornata di festa il 16 dicembre per l’Istituto “Andreozzi” di Aversa, che ha aperto per tutta la giornata le porte ai futuri iscritti, fornendo loro uno spettacolo preparato dagli studenti, sotto l’accurata supervisione della professoressa Anna Palmieri, e accompagnandoli in visita a tutte le innovative strutture, tra aule e laboratori, di cui la scuola dispone.

Un’occasione di incontro, che è divenuta anche possibilità di presentare un’offerta formativa, sempre più ricca, che l’istituto, fiore all’occhiello dell’istruzione tecnica dell’agro aversano, sta costantemente elaborando per venire incontro alle esigenze, soprattutto in campo lavorativo, di giovani proiettati verso il futuro in un territorio notoriamente complesso.

E di presente e futuro ha, innanzitutto, parlato la dirigente, professoressa Maria Gallo, nel saluto di benvenuto al numeroso pubblico intervenuto, sottolineando quanto il rivoluzionario progetto “Data”, con la sua organizzazione “all’americana” per aree e aule tematiche, sia ormai una bellissima realtà assodata per i propri studenti e annunciando nuovi, allettanti indirizzi di studio.

Tra questi, oltre ai tradizionali e sempre validi per geometri e ragionieri, ricordiamo quelli di agraria e biotecnologie ma, specialmente, l’indirizzo per ottici, che, ci si augura, possa partire alla grande dal prossimo anno scolastico. Entusiasmo a mille per i ragazzi, che hanno messo a disposizione talento e creatività per allestire esibizioni di alta professionalità con momenti live di sicuro impatto. E bravi, soprattutto, per aver creato e interiorizzato uno show tematico, prodigo di spunti di riflessione, dedicato all’integrazione e all’accoglienza.

La scaletta, dettagliata e precisa in tal senso, ha provocato brividi, scatenato applausi, condotto all’emozione, affidata, quest’ultima, ai toccanti versi di un poeta scampato al naufragio di uno dei tanti barconi di fortuna, che quotidianamente approdano sulle coste roventi di Lampedusa.

Non è mancato lo spazio riservato alla solida tradizione locale grazie a intensi ricordi della Napoli intima e malinconica di Pino Daniele o di quella allegra e scanzonata di Renato Carosone, rimodernata a ritmo di rap. Poi tanti balli, tra i quali uno di ispirazione tribale africano ritmato e cadenzato dal vivo dagli evocativi bonghi di uno dei tanti studenti che ha raccolto, con i suoi compagni, in maniera matura e collaborativa, la sfida di mettersi in gioco e mostrare quanto sia fondamentale per una scuola valorizzare le inesauribili potenzialità e capacità dei giovani d’oggi.

Sassofoni, chitarre, tastiere, voci straordinarie hanno condotto con mano gli spettatori, sempre più coinvolti dallo spettacolo, verso un dolce finale aperto alla speranza del sogno di fratellanza universale, affidato ai solisti e al coro, che hanno interpretato un’intensa “Heal the World” e augurato con un travolgente “Jingle Bells Rock” un felicissimo Natale.

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