Terrorismo, 6 arresti: “Preparavano attentato a Roma”. Bimbi in foto esaltano martirio

di Redazione

Lecco – Sei persone, tra cui due latitanti, sono state arrestate dai carabinieri del Ros e dalla Digos tra Lombardia e Piemonte. Secondo l’accusa erano dei “foreign fighters”, pronti a partire nei territori di guerra in nome della Jihad, la guerra santa.

Non solo. “Volevano colpire Roma per il Giubileo”, fanno sapere gli inquirenti. Richiesta, quella di colpire l’Italia, che sarebbe giunta direttamente da Siria e Iraq. “Un’indicazione non generica ma specifica che ci risulta da messaggi che abbiamo intercettato”, ha spiegato il procuratore aggiunto di Milano, Maurizio Romanelli, che ha coordinato l’operazione anti terrorismo con i pm Enrico Pavone e Francesco Cajani. Le ordinanze di arresto sono stati emesse dal gip di Milano Manuela Cannavale.

Tra questi messaggi, uno su WhatsApp recitava: “Caro fratello Abderrahim, ti mando (…) il poema bomba (…)ascolta lo sceicco e colpisci”. A scriverlo Abderrahim Moutaharrik, 24 anni, un campione di boxe thailandese, tra gli arrestati nell’operazione, insieme alla moglie Salma Bencharki, di 26 anni. Gli altri due sono Abderrahmane Khachia, 33 anni, residente a Brunello (Varese), fratello di un foeign fighter morto in Siria, e Wafa Koraichi, 24 anni, marocchino, residente a Baveno, in provincia di Verbania.

Quest’ultimo, fratello di un foreign fighter espulso dall’Italia nel gennaio 2015 con un provvedimento emesso dal Ministro dell’Interno per motivi di terrorismo, si sarebbe dovuto unire ad una coppia con bimbi piccoli: il 31enne Mohamed Koraichi, e la moglie italiana Alice Brignoli, 39 anni, che aveva cambiato nome in “Aisha” dopo la conversione all’Islam. La coppia, che risiedeva a Bulciago (Lecco), è sparita dal febbraio 2015 assieme ai figli e si sospetta abbia raggiunto i territori siriano-iracheni per unirsi alle milizie dell’Isis, come era già emerso nelle scorse settimane. Tra gli arrestati anche la sorella di Koraichi.

Inquietante una foto che ritrae quattro bambini che indossano una tuta e con l’indice di una mano rivolto al cielo in atteggiamento che simboleggia l’esaltazione del martirio. Sono i tre figli della coppia di coniugi latitanti e il figlio di Oussama Khachia, fratello di Abderrahmane, operaio di 30 anni che sarebbe morto in Siria dopo essersi unito agli estremisti islamici.

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