Reggia di Caserta e il caso del direttore che “lavora troppo”

di Redazione

Caserta – “Sì! Si può sbagliare, ma quando si sbaglia bisogna riconoscerlo e quei sindacati a #reggiacaserta hanno sbagliato!”. Lo scrive la leader Cgil, Susanna Camusso, su Twitter, rispondendo ad una utente che le chiedeva di prendere posizione sul caso Reggia di Caserta invitandola a difendere “il sindacato da questi sindacalisti”.

E il caso è questo. L’accusa di restare fino a tarda ora nella Reggia di Caserta mettendo in questo modo “a rischio l’intera struttura museale”. Ed è stata mossa dai sindacati dei lavoratori del Palazzo Reale borbonico, patrimonio dell’Unesco, al nuovo direttore del monumento, Mauro Felicori, che negli uffici della Reggia resta anche dopo l’orario di chiusura. Lo scrive oggi “Il Mattino”. L’accusa di “lavorare troppo” è contenuta in una nota inviata il 23 febbraio dalla Uil, dall’Usb e dall’Ugl ai più stretti collaboratori del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini.

E in una nota il segretario della Uil Carmelo Barbagallo e Nicola Turco segretario generale Uilpa scrivono: “Lavorare e lavorare bene è un dovere: chi non lo comprende può considerarsi fuori dalla nostra organizzazione. La Uil, che non era a conoscenza dello scambio epistolare tra le Rsu e il Ministero (fatto assolutamente inaccettabile), procederà intanto alla sospensione di tutti i propri sindacalisti coinvolti. Faremo le nostre verifiche e agiremo contro i responsabili di questa incredibile e incresciosa vicenda che danneggia, innanzitutto, quei milioni di lavoratori pubblici che onestamente fanno il proprio dovere per lo sviluppo del Paese”.

“Grande rispetto per Felicori, un esempio sul lavoro e un modello di senso del dovere nelle istituzioni. Il suo impegno è il migliore incoraggiamento per noi e per i nostri progetti di rilancio turistico straordinario di Caserta e dei siti borbonici”. Lo scrive il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in un tweet.

Ed il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, commentando su fb la vicenda, dice che l’accusa è ridicola e aggiunge: ” sindacati che si lamentano di Felicori, scelto dal governo con un bando internazionale, dovrebbero rendersi conto che il vento è cambiato. E la pacchia è finita. Il direttore Felicori ha un mandato chiaro: Rilanciarla. E noi siamo con lui”, aggiunge. “Il vento è cambiato”. “La Reggia di Caserta è un luogo meraviglioso, ad appena un’ora di treno da Roma Termini. Il direttore Felicori ha un mandato chiaro: Rilanciarla. E noi siamo con lui. Non è un caso se a febbraio 2016 i visitatori sono aumentati del 70% rispetto a febbraio 2015 e gli incassi aumentati del 105%”. “Quando ho visitato la Reggia ho detto chiaramente che noi credevamo in questo luogo pazzesco e che faremo di tutto perché gli italiani e gli stranieri tornino a visitarla. Il direttore sta facendo semplicemente il suo lavoro. E tutti siamo con lui, senza paura. Il vento è cambiato. Viva la cultura, viva l’Italia che si impegna”, conclude il premier.

Per il direttore della Reggia di Caserta quello dei sindacati “è stato un gesto di sfida che finisce solo per danneggiare l’immagine di tanti lavoratori della Reggia che stanno partecipando con passione al progetto di rilancio del Palazzo Reale. Io – dice il funzionario bolognese – non ho nulla di cui giustificarmi, per me questo incarico rappresenta un’enorme responsabilità. La Reggia è inoltre vigilata 24 ore su 24, e anche se il direttore chiedesse a qualcuno di fare lo straordinario per seguirlo dopo la chiusura non ci sarebbe nulla di male, ma io non l’ho mai fatto”.

L’ obiettivo – ribadisce Felicori – è “riaprire regolarmente tutti quegli spazi che ho trovato chiusi, ad iniziare dal Teatro di Corte”. “Inizieremo con le visite guidate, ma in futuro organizzeremo concerti» – aggiunge – replicando alle accuse dei sindacati, secondo i quali alcune sale oggi aperte andrebbero chiuse per carenza di personale. «Abbiamo delle carenze – conferma Felicori – ma non più di altri musei”.

I sindacati nella loro nota parlano di “grave disagio tecnico-amministrativo in cui si trova la Reggia”, e di “fraintendimento strumentale”. “La Reggia non è un semplice ufficio ma è un Museo – dice Angelo Donia, coordinatore della Uil-Pa – e come tutti gli enti simili ci sono delle procedure particolari da rispettare per la permanenza oltre l’orario di chiusura. Il direttore dovrebbe sapere che se resta in una zona del museo dopo la chiusura ha l’obbligo di predisporre un servizio per far lavorare in sicurezza sia lui che i custodi notturni. E poi se resta per lavorare siamo felici, peccato che in sei mesi di gestione la macchina museale non sia ancora partita e ad oggi la manutenzione è scarsa e qualsiasi riparazione, anche la più piccola, è un problema”.

“Quello di restare fino a tarda ora è solo uno dei rilievi mossi a Felicori – aggiunge il coordinatore di Ugl-Intesa, Carmine Egizio – nella nota abbiamo denunciato problemi mai risolti, come il servizio di timbratura del personale, che è ancora quello vecchio, sorpassato e inadeguato, nonostante nel 2013 il Mibact abbia reso obbligatoria la rilevazione delle presenze con il sistema Europa Web, o l’organizzazione degli eventi negli spazi del Monumento, che disattende le procedure di legge e gli accordi con i sindacati, in quanto tali ambienti sono stati concessi a titolo gratuito con utilizzo di personale che è stato dunque spostato dal proprio servizio istituzionale”.

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