Elisa, esce “On”: “Volevo una cosa estroversa, tutta rivolta all’esterno”

di Emma Zampella

Elisa torna a cantare in inglese: in uscita, venerdì 25 marzo, il nuovo disco “On”. 13 inediti di cui solo due in italiano che mescolano una grande varietà di atmosfere, dal pop anni 80 alla dubstep al pop-rock. “Lo stile è qualcosa in cui mi sono sempre sentita stretta – dice aTgcom24 -. Per me contano i brani e non la coerenza del genere, che è una barriera da abbattere”.

Il disco è stato anticipato dal lancio del singolo “Hero” che sta riscuotendo un grande successo in rotazione radiofonica. Nel complesso, il prodotto musicale è decisamente eterogeneo e distante dalle tendenze del mercato e dal disco interamente italiano “L’anima vola” che le ha dato il successo e la riconoscenza italiana che, forse, ancora le mancava.

Mi piace aspirare a contribuire a un passo in avanti piuttosto che a una stabilità di posizione, anche felice”, dice la cantante. On la sua voglia di mischiare tutto quello che si può, da una canzone stile Ronettes (“Love Me Forever”, scritta quando aveva 14 anni) a echi di Sia (“Bad Habits”), all’Elisa più “classica” (“Catch The Light”), “On” è un viaggio gioioso con una grande attenzione ai suoni e agli arrangiamenti. “Da quando avevo 16 anni non è cambiato niente – spiega lei -. Il mio approccio è sempre uguale. Non importa quello che hai fatto in passato. Quando devi fare una cosa nuova la partita si azzera e ricominci da capo. Non è mai stato sufficiente sentirmi in una posizione diversa dalla precedente: devi dimostrare che quello che stai facendo ha un senso”.

Se l’obiettivo era chiaro (“Volevo una cosa estroversa, tutta rivolta all’esterno”), il percorso attraverso il quale arrivarci è stato messo a fuoco strada facendo. “Avevo un sacco di demo – dice Elisa -, ho fatto molti provini e poi piano piano ho scelto le cose che mi muovevano di più, sia a livello emozionale che di impatto sonoro, al punto da testarle ballandoci sopra. Ero pronta a mettere in vista lati di me nuovi e anche a fareesperimenti anche sul fronte della scrittura. Anche se poi ho scoperto che alla fine la scrittura rimane, quasi fosse dna. Ma volevo “stretcharla” il più possibile”.

Esperimenti che si avvertono anche nell’utilizzo della voce, che si piega alle necessità delle singole canzoni toccando sfumature e timbri persino inediti per lei. “Sono sempre stata scomoda in uno stile, per me i generi non sono rilevanti quanto le canzoni – sottolinea -. Non considero quello della continuità un problema. Io stessa, da ascoltatrice salto continuamente da un genere all’altro: passo da Antony a De Gregori a Diplo. Penso che questo sia il mondo ed è quello che voglio. È una rigidità che è stata bypassata” La dimostrazione è anche nell’inserimento di canzoni che potrebbero sembrare persino un corpo estraneo rispetto al resto. “Per stile la canzone con Emma e Giuliano, ‘Sorrido già’, in questo album non ci sarebbe entrata, ma per ragioni affettive… perché no?”.

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