Unioni civili, salta intesa Pd-Lega: verso il voto segreto su tutto

di Redazione

Roma – E’ muro contro muro tra il Pd e la Lega sulle unioni civili. Saltato l’ultimo tentativo di mediazione tra i due partiti sul taglio del numero degli emendamenti al ddl Cirinnà riguardante le unioni civili. A questo punto, il nodo sul voto segreto appare difficile da sciogliere. Le richieste arrivate sono 125: 50 avanzate dalla Lega, 50 da Forza Italia e 25 da Ncd. E’ scontro anche all’interno del Partito democratico sulla libertà di coscienza per la stepchild adoption.

“Il regolamento del Senato prevede che, in caso di incertezza sul voto segreto, il presidente possa consultare la Giunta per il regolamento. La sua decisione mi ricorda il passaggio del Manzoni dove c’è l’incontro tra i bravi di don Rodrigo e don Abbondio, quando viene detto che questo matrimonio ‘non s’ha da fare’. Lei ha fatto la stessa cosa ma al contrario, vale a dire che questo matrimonio ‘s’ha da fare e sempre'”. Così il senatore Roberto Calderoli (Lega), primo firmatario del ‘non passaggio agli articoli’, replicando al presidente del Senato, Pietro Grasso, che ha optato per il voto palese sul ‘non passaggio agli articoli’.

Il governo, tranne che per quegli emendamenti sui quali si esprimerà con valutazioni tecnica, sulle proposte di modifica al ddl si “rimetterà all’Aula”, fa sapere, intanto, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ringraziando tutti i senatori per il confronto “approfondito”di questi giorni.

Sì alla libertà di coscienza da parte del Pd sugli emendamenti all’articolo 5 a prima firma Lepri (che riguarda l’affido rafforzato) e Guerra (che attribuisce adozione piena anche all’unione civile tra coppie eterosessuali) e alla proposta Mattesini che consente “l’adozione in casi particolari” anche al “convivente di fatto”. L’assemblea dem, viene spiegato, ha preso atto della proposta fatta dal capogruppo Luigi Zanda, che ha spiegato: “Noi faremo una riduzione degli emendamenti. La stiamo definendo e lo chiediamo per gli emendamenti ‘ripetitivi’, per quelli di pura ‘bandiera’ che non hanno possibilità di essere approvati. L’obiettivo finale è arrivare ad approvare la legge. Una buona legge”.

Per i cattolici del Pd gli emendamenti al ddl unioni civili da sottoporre al voto di coscienza e quindi alla libertà di voto sono 9 e non 3, come proposto dal capogruppo Zanda. Ad avanzare la controproposta, nell’assemblea dei senatori Dem, è il vice capogruppo Stefano Lepri, primo firmatario dell’emendamento che sostituisce la stepchild adoption con l’affido. Lepri, riferisce chi è presente alla riunione, si è detto sorpreso della limitatezza del numero di libertà di voto proposto.

Qui “stiamo prendendo una decisione politica, su un provvedimento preciso, in una situazione estrema. Il numero di tre emendamenti” sul quale ammettere la libertà di voto “non è chiuso, ripeto. Vediamoci, capiamo e studiamo. Se il tuo è un intervento per esporre una posizione, bene, se è per contarci lo si dica”, ha replicato il capogruppo Zanda, in assemblea, al collega Lepri.

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