Trovato morto Giulio, l’Italiano scomparso a Il Cairo

di Stefania Arpaia

Il Cairo – Era di Giulio Regeni il corpo rinvenuto privo di vita nella periferia di Il Cairo, mercoledì pomeriggio. Il giovane era scomparso lo scorso 25 gennaio.

Il giovane, friulano, studente all’università di Cambridge e appassionato di politica internazionale era in Egitto per svolgere alcuni studi. Di lui si sono perse le tracce la sera del 25 gennaio scorso, intorno alle 20, nel quartiere di Dokki, quando alcune telecamere di sorveglianza lo filmano entrare in metropolitana, diretto verso il centro della città.

Il procuratore egiziano, Ahmed Nagi, che conduce l’inchiesta, ha fatto sapere che il corpo del ragazzo è stato trovato in un fosso. Pare che Giulio sia morto lentamente. Sul suo cadavere sono state trovate bruciature di sigaretta, segni di tortura e ferite da coltello.

Giovedì mattina, il quotidiano Al Watan aveva anticipato la notizia: “È stato ritrovato il corpo di un giovane uomo di 30 anni, totalmente nudo nella parte inferiore, con tracce di tortura e ferite su tutto il corpo nella zona di Hazem Hassan”.

Un avvocato dei diritti umani e attivista della Fondazione araba dei diritti civili e politici, Mohamed ha dichiarato: “Alle 2 di oggi sono stato alla camera mortuaria Zenhom, nel quartiere di Sayeda Zeinab, e in qualità di attivista per i diritti umani e avvocato incaricato dai suoi amici di ritrovare il ragazzo, ho chiesto di avere accesso al cadavere. Dopo un diverbio con la polizia mi hanno consentito di vedere solo il viso, lo stesso delle foto del giovane che mi sono state fornite dai suoi amici”, ha dichiarato l’avvocato.

“Il Governo italiano ha appreso del tragico epilogo della vicenda del nostro connazionale – ha annunciato la Farnesina – e ha richiesto alle autorità egiziane il massimo impegno per l’accertamento della verità e dello svolgimento dei fatti, anche con l’avvio immediato di un’indagine congiunta con la partecipazione di esperti italiani. Paolo Gentiloni: “Profondo cordoglio personale e del governo ai familiari della vittima”.

Intanto però, il direttore dell’Amministrazione generale delle indagini di Giza, il generale Khaled Shalabi ha smentito la notizia dei segni di tortura sul corpo di Giulio e ha sostenuto l’ipotesi dell’incidente stradale. “Il movente criminale è da escludere. Le prime indagini evidenziano che è stato vittima di un incidente d’auto”, ha dichiarato.

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