Renzi attacca Ue: “E’ come l’orchestra che suona sul Titanic”

di Stefania Arpaia

Roma – Una metafora “stravagante” quella utilizzata dal premier Matteo Renzi per descrivere il ruolo dell’Europa. Durante un’intervista a Bloomberg, il primo ministro ha definito l’Unione Europea come l’orchestra che suonava mentre il Titanic andava a fondo.

“L’Unione Europa – ha attaccato Renzi – è come l’orchestra che suona sul Titanic. Oggi abbiamo fatto delle riforme e siamo nella posizione di dire ai nostri partner europei: ‘amici, noi possiamo cambiare questo sbagliato approccio burocratico'”.

“L’Italia non ha risolto tutti i suoi problemi ma ha dimostrato negli ultimi due anni che ogni cosa è possibile”. Poi facendo un quadro riassuntivo della situazione degli altri Paesi, ha aggiunto: “Un Paese è particolarmente impegnato con la crisi dei migranti, un altro ha le elezioni il prossimo anno, un altro è concentrato sul referendum e un altro ancora è senza governo”.

“Se l’Europa non cambia la sua visione e la sua strategia, è finita. Sono preoccupato dalla possibilità che Schengen possa finire. Senza Schengen l’identità europea sarà a rischio. Abbiamo bisogno di un accordo con i paesi africani per sviluppare infrastrutture e investire in quei luoghi”.

E ancora: “Non possiamo permetterci che la mancanza di un accordo al summit del 18-19 febbraio possa causare un’uscita del Regno Unito dalla Ue. I cambiamenti proposti sono un buon compromesso”.

Parole forti quelle del primo ministro, che ridimensionano fortemente il ruolo dell’Unione Europea, considerata una sorta di “cornice” all’interno della quale tutto sembra luccicare, mentre al di fuori il resto va a rotoli. Secondo Renzi l’Ue dovrebbe usare le proprie risorse finanziarie e militari lì dove possono fare la differenza e riconoscere, invece, i limiti del proprio potere in altre questioni. L’Ue dovrebbe porre meno restrizioni di budget per cercare di risolvere le tensioni sociali portate dalla crisi dei rifugiati, inviare truppe in Libia e cercare la riconciliazione con la Russia.

Nel corso dell’intervista, il capo del consiglio ha affrontato varie tematiche, a partite dalla difesa sino alle politiche sui migranti. Ha sottolineato che quello dei profughi sarà il problema principale da affrontare nei prossimi 12 mesi.

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