La bionda amata dagli italiani diventa giapponese: Peroni passa ad Asahi

di Stefania Arpaia

Roma – Di origine antichissima, la Peroni è tra le birre preferite dagli italiani, eppure rischia di diventare “giapponese”. Secondo alcune indiscrezioni riportate dal quotidiano Nikkei, siamo alle battute finali della trattativa: il produttore di birra nipponico Asahi avrebbe offerto 400 miliardi di yen, circa 3,12 miliardi di euro, per rilevare il marchio italiano attualmente di proprietà di SABMiller.

SabMiller, recentemente acquistata dal conglomerato Anheuser-Busch InBev, vuole cedere il marchio italiano Peroni per non avere problemi con l’Antitrust europeo, visto che è già in possesso di altri marchi importanti sul mercato della birra come Corona e Stella Artois.

Secondo la Coldiretti l’offerta giapponese per il marchio italiano Peroni è spinta dall’aumento delle esportazioni di birra italiana nel mondo che crescono del 17% nel 2015 ma che sono praticamente triplicate nell’arco di un decennio. Mentre il mercato italiano, nel 2015, ha fatto registrare un aumento record delle vendite del 6%, in controtendenza alla crisi dei consumi.

La Birra Peroni, una lager chiara, è nata nel 1846 nell’azienda Giovanni Peroni a Vigevano. Negli anni Novanta, grazie a mirate campagne di marketing, la Peroni ha consolidato la sua leadership sia nel settore delle birre premium, sia nella commercializzazione di prodotti destinati alla grande distribuzione.

Nel 2003 Birra Peroni assume definitivamente i tratti di un’azienda globale, entrando a far parte del gruppo sudafricano SABMiller, il secondo produttore mondiale di birra con una diffusione in 80 paesi su cinque continenti.

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