Colpo alla gioielleria Lanzafame, fermati due rapinatori a Catania

di Redazione

Catania -La squadra mobile di Catania ha fermato due persone accusate di tentata rapina aggravata e lesioni. Le indagini hanno consentito di individuare gli autori della tentata rapina commessa la mattina dello scorso 10 febbraio ai danni della gioielleria Lanzafame di Catania, nel corso della quale rimasero feriti i titolari.

Si tratta dei paternesi Salvatore Marano, 26 anni, e Salvatore Nicola Roccia, di 22.

La mattina del 10 febbraio scorso, la polizia interveniva in questa via Vittorio Emanuele presso la gioielleria “Lanzafame gioielli” a seguito di allarme di rapina collegato al 113. Le prime frammentarie informazioni davano il titolare della gioielleria ferito dai rapinatori da colpi d’arma da fuoco all’addome.

In realtà, gli agenti verificavano che, poco prima, tre individui, di cui una donna, a viso scoperto, avevano fatto ingresso all’interno della gioielleria e, dopo avere aggredito il titolare che si trovava dietro il bancone – colpito violentemente al volto – si erano avvicinati al retrobottega ove era presente il di lui figlio.

Durante queste fasi, uno dei rapinatori, individuato in Roccia, sotto la minaccia di una pistola del tipo semiautomatico, intimava al titolare di consegnare le chiavi della cassaforte; subito dopo, si avvicinava al retrobottega ove si trovava il figlio al quale puntava la pistola esplodendo un colpo, risultato a salve. A seguito di tale azione, il figlio del titolare perdeva i sensi e cadeva per terra sbattendo violentemente la testa.

I tre rapinatori, che non erano riusciti a consumare la rapina, si davano alla fuga a piedi percorrendo via San Giuseppe al Duomo. Il figlio del titolare, dopo essere stato medicato sul posto da sanitari del 118, veniva trasportato tramite ambulanza al Pronto Soccorso dell’Ospedale Garibaldi dove gli veniva diagnosticata una ferita lacero contusa e trauma cranico con perdita di coscienza. Anche il padre doveva fare ricorso alle cure dei sanitari che gli diagnosticavano delle ferite ed escoriazioni.

Durante di sopralluogo dei poliziotti, all’interno del retrobottega, veniva rinvenuto e sequestrato un bossolo a salve. Attraverso l’acquisizione di immagini di videosorveglianza il terzetto veniva individuato in via San Giuseppe al Duomo: veniva notata una donna con un giubbotto rosso procedere di corsa, seguita da due individui a passo d’uomo mentre si avvicinavano ad un’autovettura che era stata lasciata parcheggiata.

La presenza dei tre lungo la stradina veniva notata da un brigadiere della Guardia di Finanza che rilevava i tre a salire a bordo di una Volkswagen Polo. Dalle immagini si ricavava che la vettura era una Polo “Cross” di colore grigio metallizzato della quale, però, non si riusciva a rilevare il numero di targa. La vettura veniva notata da altri filmati procedere in direzione via Alessi.

Da una minuziosa verifica dei varchi in ingresso ed uscita dal capoluogo emergeva il passaggio, in orario compatibile e successivo alla rapina, della vettura nei pressi di questa piazza Alcalà; successivamente, lo stesso mezzo si rilevava nei pressi del “Faro Biscari”, in direzione dello svincolo Asse dei servizi. Carpita la targa dell’auto, veniva avviata mirata attività, anche di carattere tecnico, nei confronti del figlio dell’intestatario, Salvatore Marano, giovane di Paternò che ne risultava il reale utilizzatore.

Venivano effettuati discreti servizi di osservazione che, non disgiunti dalla disamina dei tabulati con i contatti e le frequentazioni del’uomo, consentivano di risalire all’identità della banda, composta da altri due giovani, anch’essi di Paternò, di cui una minore quindicenne, tutti incensurati.

Roccia è stato trovato in possesso di una pistola semiautomatica a salve, della quale tentava di disfarsene, risultata quella utilizzata per commettere il reato.

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