Il cinema italiano saluta Silvana Pampanini

di Emma Zampella

Si è spenta, a 90 anni, Silvana Pampanini, attrice ed icona del cinema italiano. L’attrice era già stata ricoverata d’urgenza al Policlinico Gemelli di Roma lo scorso 25 ottobre a causa di problemi all’addome, dove è stata tenuta in osservazione fino alla mattina del sua morte.

“La Pampanini – si legge in una nota del Policlinico Gemelli – era stata sottoposta più di due mesi fa a un complesso intervento chirurgico addominale in urgenza. Dopo aver lottato a lungo, sembrava aver ritrovato la grinta e il sorriso che sempre l’avevano contraddistinta”. Secondo quanto comunica, in accordo con la famiglia, il medico personale, professor Francesco Landi, responsabile dell’Unità operativa Complessa di Riabilitazione del Cemi dove l’attrice era ricoverata, “dopo una iniziale ripresa, in un quadro clinico sempre molto delicato, inevitabili complicanze ne hanno interrotto il recupero”. I funerali si svolgeranno venerdì 8 gennaio alle ore 11 presso la Parrocchia Santa Croce, in via Guido Reni 2, a Roma.

Nata a Roma il 25 settembre del 1925, romana ma di famiglia veneta, fu diva degli Anni 50 e 60 e stella del cinema popolare, anche se la sua carriera sembrava esser segnata dalla musica, vista l’influenza della zia, la soprano Rosetta. Diplomata all’istituto magistrale e al Conservatorio di Santa Cecilia la ragazza aveva una vera propensione al canto, tanto da aver tenacemente conservato la sua voce in tutti i film in cui i suoi personaggi cantavano, mentre tante brave doppiatrici si sostituirono sempre a lei per darle voce nei film più celebri. Invece le cose cambiarono in una sola notte quando la sua maestra di canto la iscrisse a sua insaputa al primo concorso di Miss Italia, a Stresa nel 1946. Sconfitta dalla giuria fu recuperata a furor di popolo dal pubblico, tanto da obbligare gli organizzatori del premio ad attribuirle un “ex aequo” che ne fece subito una ragazza-copertina sui rotocalchi.

Nel 1947 debutta al cinema nel lungometraggio “Il segreto di Don Giovanni” di Camillo Mastrocinque. Grazie all’ottima preparazione musicale, nel decennio che va dal 1947 al 1957 registra anche dei dischi, interpretando brani incisi su 78 e 45 giri. Tra i tanti film a cui ha preso parte c’è: “47 morto che parla” di Carlo Ludovico Bragaglia” nel 1950 e l’anno seguente in “Bellezze in bicicletta” di Carlo Campogalliani”. Il successo della Pampanini arriva anche in Francia dove è conosciuta con lo pseudonimo di Ninì Pampan: molti locali parigini, colpiti dalla popolarità dell’attrice, vengono così ribattezzati in suo onore; in Giappone l’imperatore Hiro Hito, per riuscire a vederla da vicino, è addirittura pronto a infrangere le regole del più rigido cerimoniale. Nel 1958 diventa regista, dove realizza un cortometraggio dedicato alla musica: si intitola “Melodie a Sant’Agata” ed è un omaggio a Giuseppe Verdi. Nel 1964 Dino Risi la dirige ne Il gaucho, il film che chiude, di fatto, la sua carriera al cinema. Due anni dopo, con vent’anni di carriera alle spalle, si ritira per dedicarsi alla cura dei genitori anziani. Sul set tornerà soltanto nel 1971 per un episodio del programma televisivo Mazzabubù… Quante corna stanno quaggiù? e nel 1983, per un’apparizione nel ruolo di se stessa ne Il tassinaro (1983) di Alberto Sordi. Autrice del libro di memorie “Scandalosamente perbene”, nel 1998 prende parte al film televisivo di Pier Francesco Pingitore, “Tre stelle”. Il suo ultimo lavoro.

Grandissima la sua fama d’attrice e di professionista tanto che nella sua carriera ha avuto l’onore e l’onore di lavorare con i più grandi registi del cinema italiano da Monicelli a Risi, passando per Comencini e con attori del calibro di TotòSordi,Mastroianni e Gassman. Sua l’interpretazione di “Bellezze in bicicletta“, brano del film di Carlo Campogalliani.





 

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