Diane Kaeton, musa di Woody Allen, compie 70 anni

di Emma Zampella

Compie 70 anni Diane Keaton, la prima musa dell’attore e regista Woody Allen. Una carriera quella dell’attrice tra le più amate dal cinema internazionale che mescola il grande e piccolo schermo con la fotografia, a cui la Keaton ha dedicato soprattutto l’ultima parte della sua vita.

Una vita ricca di successi la sua, a cominicare dall’Oscar per “Io e Annie” e passando per le due nomination ai Golden Globe. Diva anticonformista, l’attrice è nel cast di “The Young Pope” di Paolo Sorrentino, che la vede nella sua esaltazione più bella.

Woody Allen è stato mentore, amante, amico: il regista l’ha definita, infatti, il più grande amore della sua vita.  Madre di due figli adottati, riservata, a volte sopra le righe e orgogliosamente mai indotta in tentazione dalla chirurgia estetica, Diane Keaton è indipendente e libera nella vita, come nello stile. Imbrigliabile ed eclettica, per l’attrice oggi il cinema resta un vecchio amante da cui tornare e prendersi una pausa dalla passione per l’arte contemporanea e la fotografia, ereditata dalla madre.

Descrivere il legame che ha unito e unisce il regista a Diane Keaton risulta sempre riduttivo. La carriera dell’attrice (poi anche regista e produttrice) inizia proprio grazie ad Allen che si accorge di una giovane Diane ai tempi in cui muove i primi passi in teatro, un amore scoppiato grazie alla madre e all’ammirazione per le donne forti e indipendenti interpretate da Katherine Hepburn.

Dopo aver frequentato alcune scuole di recitazione, tra Los Angeles, dove nasce, e New York, dove frequenta l’Actor’s Equity Association, Diane Keaton debutta con “Un tram che si chiama desiderio”. Il primo successo personale viene con “Hair” e qui Woody Allen la seleziona per il suo spettacolo teatrale “Provaci ancora Sam”. L’anno successivo, il 1970, Diane Hall, che nel frattempo ha scelto il cognome della madre, fa il grande salto ed esordisce al cinema con “Amanti ed altri estranei”. Francis Ford Coppola la scrittura per il ruolo dell’irlandese Kay Adams, nella saga de “Il padrino“.

Quello della moglie di Michael Corleone è il ruolo che la fa amare al pubblico americano e non solo. Diane Keaton raggiunge l’apice nel 1978 con la vittoria dell’Oscar per “Io e Annie“, che le vale anche il primo dei due Golden Globe conquistati in carriera. Diane Keaton e Annie Hall, la protagonista disegnata da Woody Allen a immagine e somiglianza della sua musa, diventano inscindibili, nonostante l’attrice riesca a staccare la sua identità da quella con il sodalizio con il celebre regista nelle interpretazioni successive. A cominciare da “In cerca di Mr. Goodbar”, in cui è una donna agli antipodi rispetto a Annie Hall.

Recita ancora diretta da Allen per un totale di 8 film insieme (l’ultimo è Misterioso omicidio a Manatthan nel 1994), poi si svincola e nel 1981 è in “Reds” con Warren Beatty, che diventa anche il suo compagno. Il film le vale una seconda nomination a Oscar e Golden Globe, ma Diane Keaton esce da entrambi senza premio.

Archivia la storia con Beatty, ne inizia una con Al Pacino e con lui pensa addirittura al matrimonio. Non si sposerà mai. Al cinema, accantona per un po’ i ruoli drammatici, in cui dà il meglio di sé, per le commedie e diventa una delle interpreti più pagate di Hollywood. Titoli come “Il padre della sposa”, accanto a Steve Martin, e “Il club delle prime mogli” con Goldie Hawn le danno vasta popolarità, ma è solo con “Tutto può succedere – Something’s Gotta Give” con Jack Nicholson, che la commedia le regala il secondo Golden Globe e una nuova nomination all’Oscar, nel 2004, dopo la statuetta sfiorata nel 1998 con il drammatico “La Stanza di Marvin“.

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