Immobile abusivo sulla Domitiana: Procura procede ad abbattimento

di Redazione

Mondragone – Da martedì mattina, su ordine della Procura di Santa Maria Capua Vetere, si sta procedendo alla demolizione di un immobile abusivo situato al civico 59 della strada statale Domitiana, sul territorio di Mondragone.

Si tratta di manufatto ultimato, di circa cento metri quadrati considerato totalmente fatiscente e pericolante, con rischio igienico sanitario, presente in una zona di forte impatto ambientale coperta da vincolo paesaggistico ambientale, vincolo idrogeologico e vincolo sismico.

Il fabbricato è stato acquisito al demanio comunale, così come previsto dalla legislazione vigente nelle ipotesi in cui non venga data ottemperanza all’ordinanza di demolizione da parte dell’autore dell’abuso edilizio, i cui eredi risultano proprietari di altri immobili per civile abitazione e non utilizzavano l’immobile come loro abitazione, né principale né secondaria.

L’ordine di demolizione prevede l’abbattimento totale del manufatto abusivo; l’acquisizione dell’area di sedime sulla quale insisteva il manufatto; l’attivazione delle procedure tendenti al recupero delle spese giudiziarie nei confronti del costruttore abusivo condannato con sentenza definitiva; l’integrale applicazione della normativa in tema di sicurezza nei cantieri e il recupero dei materiali residuati dalle demolizioni.

Prosegue, dunque, nel casertano – territorio devastato da costruzioni abusive – l’attività di demolizione di manufatti illecitamente costruiti oggetto di sentenza di condanna definitiva, anche in attuazione del protocollo d’intesa intervenuto il 26 maggio 2008 tra il procuratore generale presso quella Corte di Appello e i procuratori del Distretto.

Peraltro, dal 1 gennaio è stato previsto dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Napoli, a seguito d’interlocuzione con le Procure del Distretto, il seguente ordine di priorità:

1) immobili che, per le condizioni strutturali, caratteristiche o modalità costruttive ovvero per qualsiasi altro motivo, costituiscano un pericolo, già accertato, anche se non urgente, per la pubblica e privata incolumità, anche nel caso in cui l’immobile sia abitato o comunque utilizzato;

2) immobili di rilevante impatto ambientale o costruiti su area demaniale o in zona soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico ovvero a vincolo idrogeologico (R3 e R4) ovvero a vincolo archeologico ovvero caratterizzata da elevato e persistente rischio sismico;

3) immobili, anche abusivamente occupati, nella accertata disponibilità, diretta o indiretta, anche per interposta persona, di soggetti appartenenti ad organizzazioni camorristiche o assimilate ovvero, comunque, utilizzati per attività illecite;

4) immobili in corso di costruzione, o allo stato grezzo, o non ultimati, o non stabilmente abitati (seconde case, case di vacanze, ecc.) ovvero facenti parte di aree anche oggetto di lottizzazione abusiva;

5) immobili adibiti ad attività imprenditoriali e/o speculative;

6) immobili, anche adibiti ad abitazione, di superficie superiore agli 80 – 100 metri quadri;

7) tutti gli altri immobili che non rientrano nei precedenti criteri.

Come è stato più volte rilevato da commissioni parlamentari di inchiesta, indagini statistiche e puntualmente riportato nei rapporti ecomafia di Legambiente, la Provincia Caserta è ai primi posti per numero di manufatti abusivi accertati, sequestrati ma, soprattutto, da demolire.

La Procura di Santa Maria Capua Vetere intende fermamente dare impulso alla doverosa demolizione di manufatti abusivi, al fine di garantire il ripristino, per quanto possibile, dell’integrità del territorio, o, comunque, della situazione quo ante e di riaffermare i principi di legalità e giustizia in una provincia in cui a lungo è stata praticata e alimentata invece l’illegalità.

L’attività di demolizione, come in genere l’attività di repressione/prevenzione, in realtà, sensibilizza le comunità a un uso del territorio appropriato e rispettoso; le demolizioni trasmettono il segnale inequivocabile che l’abusivismo viene combattuto fino in fondo e che, soprattutto, non conviene. E’, infatti, importante che il provvedimento ablativo venga percepito come giusta (anche se inflessibile) attuazione della legge.

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