Loris, sopralluogo di Veronica nel canalone: “Si è strozzato con le fascette”

di Redazione

Ragusa – Loris Stival sarebbe morto mentre giocava con le fascette elettriche che lo hanno strangolato. E’ la nuova versione della madre fornita a investigatori e magistrati di Ragusa, secondo quanto si apprende al termine di una nuova giornata di sopralluoghi.

Per Veronica Panarello sarebbe stato un “incidente” avvenuto dopo che lei era tornata a casa, dopo avere accompagnato a scuola il figlio più piccolo. Dopo avere fatto di tutto per salvare Loris, strangolatosi con una fascetta a casa, presa dal panico ha preso il corpo del bambino e lo avrebbe adagiato nel canalone di Mulino Vecchio.

E’ la ricostruzione della 27enne sulla morte del bambino fornita a investigatori e magistrati di Ragusa. Nessuno le avrebbe creduto e non sapendo come giustificarsi ha deciso di liberarsi del corpo del figlio Loris, morto per un “incidente” a casa, portando il corpo nel canalone di contrada Mulino Vecchio e poi gettando lo zaino del bambino sulla strada verso Donnafugata. E’ la ricostruzione di Veronica Panarello sulla morte del figlio. La donna ha ribadito di “non avere ucciso Loris” e di avere agito da sola.

Veronica Panarello, la mamma del piccolo Loris Stival, trovato morto a Santa Croce Camerina, nel Ragusano, a novembre dello scorso anno, torna ancora una volta a ripercorrere i luoghi e i misteri del giorno nel quale fu ucciso il figlio. Lo fa insieme al suo legale, l’avvocato Francesco Villardita e agli inquirenti proprio a Santa Croce Camerina, nel posto in cui si sarebbe disfatta dello zainetto giallo e blu del figlio che quella mattina non avrebbe accompagnato a scuola.

Il nuovo sopralluogo arriva dopo che venerdì scorso la donna è stata interrogata per circa 7 ore dagli inquirenti nel carcere di Agrigento, dove è detenuta. Il verbale è stato secretato. Veronica Panarello ha ripercorso all’interno di una volante della Polizia il tragitto fatto la mattina del 29 novembre scorso. Il nuovo sopralluogo è stato deciso dagli inquirenti alla luce delle dichiarazioni rese dalla madre di Loris la scorsa settimana quando ha ammesso di non aver portato a scuola suo figlio Loris. “C’è un sopralluogo in corso – ha affermato il procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia – dopo nuove dichiarazioni rese dall’imputata, che sono coperte da segreto istruttorio e che saranno riversate al gup nell’ambito dell’udienza per la richiesta del suo rinvio a giudizio”, fissata per giovedì prossimo.

Col sopralluogo la polizia vuole verificare ed eventualmente confutare le dichiarazioni della Panarello sul tragitto compiuto con l’auto quella mattina. Pare che gli inquirenti, insieme alla donna, stiano cercando lo zainetto di colore blu con le stringhe gialle che il bambino aveva con sé quella mattina e che non è mai stato ritrovato. Veronica Panarello, dieci giorni fa, ha incontrato il marito, Davide Stival, e avrebbe ammesso, per la prima volta, di non avere accompagnato il bambino a scuola, dicendo di non ricordare nulla e di non averlo ucciso.

Dopo il sopralluogo la Panarello è stata accompagnata dagli inquirenti nella sua casa di Santa Croce Camerina dove il bambino fu ripreso dalle telecamere mentre rientrava il 29 novembre del 2014, nella sua ultima immagine da vivo. Tutte le serrande dell’abitazione sono state abbassate. Alla fine del pomeriggio la donna è stata portata da polizia e carabinieri negli uffici della Procura di Ragusa. Sarà sentita dal procuratore Carmelo Petralia e dal sostituto Marco Rota che si occupano dell’inchiesta dell’omicidio del figlio della donna, Loris Stival, di 8 anni.

Secondo la Cassazione la madre di Loris deve restare in carcere. La custodia in carcere della donna, accusata di aver ucciso il figlio e averne nascosto il corpo in un canalone, deve essere mantenuta perchè si basa “su una coerente analisi critica degli elementi indizianti e sulla loro coordinazione – si legge nel provvedimento – in un organico quadro che appare dotata di adeguata plausibilità logica e giuridica nell’attribuzione a detti elementi del requisito della gravità nel senso della conducenza con elevato grado di probabilità della responsabilità dell’indagata per l’omicidio”. E’ quanto sottolinea la Suprema corte nelle motivazioni con cui ha rigettato il ricorso.

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