L’italiano ucciso in Bangladesh colpito tre volte alle spalle

di Redazione

Il cooperante italiano Cesare Tavella, ucciso ieri a Dacca in Bangladesh, è stato raggiunto da tre colpi d’arma da fuoco sparati, forse con un revolver, da dietro e da distanza ravvicinata. E’ quanto è emerso dall’autopsia. Uno dei proiettili lo ha colpito alla mano sinistra, altri due alla schiena. Intanto l’ong olandese Icco Cooperation, per la quale lavorava Tavella, ha presentato formale denuncia per l’uccisione. E mentre l’Ue condanna il “crimine terroristico” e “l’assassinio selvaggio”, per il governo del Bangladesh non ci sono prove di un coinvolgimento dell’Isis.

“Stiamo esaminando ogni traccia, ma al momento le nostre agenzie di sicurezza non hanno trovato alcun legame dell’Isis con l’assassinio”, ha spiegato il ministro dell’Interno, Asaduzzaman Khan Kamal. “Ci sono anche altre opzioni sul tavolo”, ha confermato il vicecommissario della città, Muntashirul Islam, parlando di azione “premeditata”. Un portavoce del battaglione di azione rapida, le truppe d’elite della polizia, Maksudul Alom, ha confermato che non si escludono altre piste, compreso il gesto frutto di delinquenza comune, e ha aggiunto che le forze di sicurezza bengalesi sono “preoccupate”.

Site, l’organizzazione statunitense che si occupa del monitoraggio dei siti islamisti, aveva diffuso attraverso Twitter un messaggio attribuito all’Isis in cui l’organizzazione rivendicava l’attentato. Interrogato in proposito, il ministro dell’Interno ha fatto notare che l’Isis non ha alcuna presenza in Bangladesh e che comunque chi nel passato ha cercato di fare reclutamento a nome dell’organizzazione, è stato già arrestato.

Gli Usa, la Gran Bretagna e il Canada hanno limitato i movimenti dei loro diplomatici nel Paese e hanno fatto sapere di avere informazioni “attendibili” sul fatto che potrebbero verificarsi altri attentati contro occidentali. L’ambasciata americana ha chiesto ai suoi diplomatici di non uscire quando cala il buio, evitare i luoghi affollati di stranieri, a cominciare dagli alberghi internazionali e ha avvertito della possibilità di attentati contro obiettivi americani. Sulla stessa lunghezza d’onda l’allerta lanciato dalla legazione britannica che ha invitato i propri diplomatici a tenersi lontani da eventi in cui si trovino insieme ad altri stranieri, avvertendo del rischio di attentati “a fine settembre”. Del resto già sabato la squadra di cricket australiana aveva rinviato la partenza per il Bangladesh proprio perché il governo di Canberra avvertiva di possibili rischi.

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