Picchiato sul bus perché lo credono gay: 40enne in coma

di Redazione

Genova – Si trovava su un autobus quando una ragazza gli ha chiesto: “Gay perché guardi il mio fidanzato?”. Lui, un 40enne di Genova, che si trovava sul mezzo pubblico con un amico, ha risposto di essere solo sovrappensiero. Ma all’improvviso lui e l’amico sono stati aggrediti da un gruppo di sei persone.

In un primo momento è riuscito a tornare a casa, raccontando tutto alla compagna. Non sapeva, però, di avere un ematoma cerebrale che si sarebbe acutizzato dopo una settimana, riducendolo in fin di vita. L’episodio risale alla notte dello scorso 14 luglio. Ora l’uomo è in prognosi riservata, non parla e lo alimentano a fatica, ma le speranze di un suo recupero non sono vane. Cosa abbia spinto il branco a pestare il 40enne non è ancora chiaro: forse, dice la sua ragazza, è stato “il suo look eccentrico” a creare l’equivoco, se così si può definire.

Intanto, sull’episodio, avvenuto sull’autobus della linea 1 fermo al capolinea di Caricamento, è stata aperta un’inchiesta per tentato omicidio. Tra i sei aggressori, in corso di individuazione da parte dei carabinieri, c’erano anche due donne che l’hanno preso a calci, pugni e addirittura a colpi di catena, sotto gli occhi e l’atteggiamento omertoso dell’autista, il quale, almeno secondo quanto si è appreso, non avrebbe mosso un dito né allertato le forze dell’ordine. Per questo è stato denunciato dagli inquirenti con l’accusa di “favoreggiamento”.

Un episodio che ha suscitato sdegno a Genova dove solo pochi giorni fa si è tenuto lo “Human Pride”, che ha istituito il registro delle unioni civili.

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