Tabaccaia uccisa ad Asti, il padre: “Quell’uomo mi fa pena”

di Redazione

“Non ci diamo ancora pace, ma quell’uomo un po’ mi fa pena”. Lo ha detto Piero Fassi, il padre di Maria Luisa, la tabaccaia di 54 anni uccisa a coltellate ad Asti il 4 luglio, riferendosi all’uomo reo confesso dell’omicidio, il 46enne Pasqualino Folletto, fermato venerdì dai carabinieri. Per Folletto il pm Luciano Tarditi ha depositato la richiesta di convalida del fermo; lunedì ci sarà l’udienza nel carcere di Quarto d’Asti.

I familiari della donna sono chiusi nel silenzio. “Non me la sento di parlare”, spiega il marito, Valter Vignale. “Maria Luisa non c’è più. Vorrei parlare di lei, non d’altro” afferma la sorella, Maura Fassi. La moglie di Folletto, Silvana Messa, 46 anni, casalinga, sarebbe tornata a Torino dai suoi familiari insieme ai tre figli.

“Pasqualino? E’ altro un metro e una lattina, sembra anoressico… stento a credere sia stato lui”. Non crede alla confessione di Pasqualino Folletto, Federico Zappaterra, collega e amico del reo confesso. “La mattina dell’omicidio arrivò tardi al lavoro – ricorda l’amico – disse che era rimasto addormentato. Lui abita al primo piano dello stabile della ditta, nessuno lo avrebbe visto uscire e rientrare per cui non capisco perché avrebbe dovuto mentire…”.

“E’ il classico lavoratore, molto legato alla famiglia e con qualche debito. Il gioco? Qualche gratta vinci ogni tanto, ma nulla di più – sostiene -. Una volta aveva vinto 500 euro e aveva fatto i salti di gioia…”.

Folletto, intanto, è rinchiuso nel carcere di Quarto d’Asti. L’uomo ha indicato ai carabinieri la zona, alla periferia della città, in cui si è disfatto dell’arma del delitto, un coltello con cui si è accanito sulla vittima. Una rapina di 800 euro finita nel sangue: “Ho perso la testa”, ha detto ai militari.

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