Ruby, “Berlusconi non voleva che testimoniasse”

di Redazione

Dalle carte della procura nell’ambito dell’inchiesta Ruby Ter, le cui indagini si sono concluse il 30 giugno, emerge anche una lettera di Luca Risso, ex compagno di Karima El Mahroug, meglio nota come Ruby, a Silvio Berlusconi in cui accenna al fatto che sarebbe stato pagato per non fare testimoniare la giovane ragazza nel processo contro l’ex premier. “La mia vita lavorativa prese il colpo di grazia nel novembre 2012 quando Lei, per non far testimoniare Ruby a dicembre, ci chiese di andare via e tornare dopo il 10 gennaio”, scrive Risso a Berlusconi. L’ex premier, Ruby e una trentina di persone sono indagate per corruzione in atti giudiziari.

Risso, indagato invece per riciclaggio, nella missiva ricorda quel che sarebbe accaduto per evitare che Karima, alla fine del 2012, si presentasse in aula a deporre come parte offesa al processo di primo grado in cui l’ex Cavaliere era imputato per concussione e prostituzione minorile. Processo per cui dopo una condanna a sette anni di carcere inflitta dal Tribunale il leader di Forza Italia è stato assolto in appello e in Cassazione. “Così, dopo aver visto Maria Rosaria Rossi che ci diede i soldi per andare via, partimmo per il Messico – prosegue la missiva – e io fui costretto a vendere anche l’ultimo locale che gestivo (al sig. Belsito, in quel tempo segretario della Lega Nord, che mi ha pagato con un assegno a vuoto!!)”.

Sempre nella stessa lettera Risso sconsiglia di dare alla giovane Ruby banconote di taglio troppo grande. “Si ricorderà che le dissi, e diverse volte, di stare attento a non dare banconote da 500 euro a Ruby perché era pericoloso, perché andava in giro con buste piene di banconote da 500 e non si preoccupava di farle vedere” scrive l’uomo a Berlusconi.  Nella lettera, che risale al periodo in cui i rapporti tra  Ruby e l’ex compagno erano arrivati a un punto di rottura, Risso non solo chiede al leader di Forza Italia di ricordarsi “di quello che mi promise, e perlomeno mi aiuti come può” ma gli ricorda anche alcuni consigli che gli diede in precedenza. “Le dissi di dargli meno soldi – prosegue la missiva –  e tagli più piccoli”.

Sempre tra gli atti dell’inchiesta ci sarebbe il diario di Iris Berardi, una delle ragazze che frequentavano le feste di Arcore e che, secondo le annotazioni della Polizia giudiziaria, era ancora minorenne quando ebbe i primi contatti con l’ex premier. Nell’annotazione gli investigatori riassumono alcuni passaggi di un diario personale sequestrato alla ragazza, nel quale Berardi “afferma di non essersi fatta mancare nulla, ‘droga, alcol, sigarette, sesso (…) orge ad Arcore'”.

E nello stesso contesto, si legge ancora, “descrive esplicitamente uno specifico dettaglio di un rapporto sessuale da lei avuto con Silvio Berlusconi”. In ordine “al primo contatto con Berlusconi, viene fatto riferimento alla settimana precedente al capodanno 2008 (quando dunque Berardi era ancora minorenne)”.

Circostanze però negate dalla stessa Iris Berardi che tramite il suo avvocato ha precisato che quello esaminato dagli inquirenti sarebbe  “non un diario” ma “il canovaccio di un libro di avventure di amore e di sesso” e specifica di non avere “mai avuto rapporti intimi con il  presidente Berlusconi”.

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