Camorra, Pasquale Scotti arrestato in Brasile: era latitante da 31 anni

di Redazione

Napoli – Si nascondeva in Brasile il superlatitante della camorra napoletana Pasquale Scotti. La polizia lo ha arrestato dopo 31 anni di “macchia”. Faceva parte della “batteria di fuoco” del gruppo della Nco, la Nuova camorra organizzata allora guidata dal padrino Raffaele Cutolo.

Scotti è stato arrestato dall’Interpol, al termine di una lunga e complessa indagine condotta dalla squadra mobile di Napoli. In queste concitate ore si stanno ultimando gli accertamenti sulla sua identità, ma un primo importante dato viene dal riscontro delle impronte digitali: sono quelle di Scotti.

Il superlatitante è stato catturato a Recife grazie alle soffiate di alcuni collaboratori di giustizia, il procuratore capo Colangelo: “Siamo molto soddisfatti, in tutti questi anni non avevamo mai abbandonato le ricerche”.

Conosciuto come “Pasqualino ‘o collier” per aver regalato un collier alla moglie di Raffaele Cutolo, ma anche come “l’ingegnere”, è stato uno dei più fedeli alleati del boss di Ottaviano detto “’o professore”, rappresentandone la cosiddetta batteria di fuoco o braccio armato. Dopo il trasferimento di Cutolo al carcere dell’Asinara e il maxi-blitz del giugno 1983, Scotti tentò di riorganizzare le fila della Nuova Camorra Organizzata.

Scotti fu arrestato a Caivano il 17 dicembre del 1983 grazie ad un’operazione diretta dall’allora capo della squadra mobile Franco Malvano. È accusato di essere il mandante dell’omicidio di Giovanna Matarazzo, detta “Dolly Peach”, una ballerina di un night club romano trovata in un blocco di cemento il 2 febbraio 1984 e legata sentimentalmente a Vincenzo Casillo, uno degli uomini chiave della Nuova Camorra Organizzata che svolgeva un ruolo attivo mentre Raffaele Cutolo era in carcere.

Secondo il collaboratore di giustizia Pasquale Galasso, Casillo fu l’esecutore materiale dell’omicidio del banchiere Roberto Calvi, avvenuto a Londra nel 1982. Casillo era segretamente passato dalla parte del clan Nuvoletta, legato ai Corleonesi e avrebbe dovuto fare un favore al mafioso siciliano Pippo Calò. Prima che la Matarazzo venisse ritrovata morta aveva detto al giudice Carlo Alemi che la morte di Casillo, saltato in aria nella sua auto a Roma il 29 gennaio 1983, era collegata a quella di Calvi.

Omicidi, estorsioni, riciclaggio, controllo dello spaccio di stupefacenti, tanti sono i reati a carico del potente “Collier”. Nel corso della detenzione, Scotti sembra voler collaborare rivelando diversi aspetti della Nco. Ma si tratta di un bluff. Evade infatti la notte di Natale del 1984 dall’ospedale civile di Caserta dove era stato ricoverato per una ferita alla mano. Ricercato dal 1985 per omicidio e occultamento di cadavere, dal 17 gennaio 1990 è ricercato anche in campo internazionale e fa parte dell’elenco dei latitanti più pericolosi d’Italia. Sulla sua sorte sono state formulate nel corso degli anni le ipotesi più disparate, non c’era certezza nemmeno sul fatto che fosse ancora in vita. Nel 2005 la terza sezione della Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere condanna il boss all’ergastolo. 

Luigi Cesaro, deputato del centrodestra ed ex presidente della Provincia di Napoli, ha ammesso davanti ai giudici che, nel corso degli anni Ottanta, chiese la protezione di Rosetta Cutolo al fine di sottrarsi alle pesanti richieste estorsive del gruppo di Pasquale Scotti.

 

 

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