750 anni dalla nascita di Dante, Benigni: “Voleva fondare il Pd dell’epoca”

di Gabriella Ronza

Roma – Sono passati 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri, straordinaria icona della nostra letteratura tanto da essere ricordato semplicemente come il Poeta o il Sommo poeta.

Incubo degli studenti e idolo dei letterati e degli appassionati, Dante è una pietra miliare della nostra storia e la sua “Divina Commedia” è ancora oggi ritenuta da numerosissimi studiosi la più grande opera scritta in italiano e uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale.

In Senato, il poeta è stato celebrato con un intervento del premio oscar Roberto Benigni, estimatore nonché divulgatore dell’opera dantesca.

La sua performance a Palazzo Madama è iniziata subito con battute sul Senato, su Renzi e sul Pd.

Dinanzi a molte autorità, tra le quali il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente del Senato Pietro Grasso e il presidente emerito Giorgio Napolitano, esordisce dicendo: “Questo anniversario cade al momento giusto: se fosse arrivato tra due anni il Senato lo avrebbero trovato chiuso”.

La sua verve sarcastica non ha freni, ironizzando fin da subito sulla fiorentinità del Poeta che paragona a quella del premier Renzi: “Questo è proprio un posto dantesco, del resto Dante si è occupato di politica, intendeva la politica come dovrebbe essere considerata oggi, poter servire, costruire. Era impegnatissimo, ma si è fatto molti nemici per il suo caratteraccio. Del resto, si sa che i politici fiorentini hanno un caratteraccio. Non gli andava bene essere guelfo, bianco o nero, né ghibellino. Voleva far parte per se stesso, fondare il partito personale di Dante, insomma il Pd dell’epoca”.

Il comico ha poi continuato lodando e omaggiando la “Commedia” attraverso la lettura del canto XXXIII del Paradiso. Al termine della performance, tutta l’aula si è alzata in piedi in un gesto di ovazione.

Benigni ha voluto sottolineare che “la Divina Commedia è un miracolo, è un’opera la cui bellezza mozza il fiato, scritta in una lingua che pur avendo oltre 700 anni si comprende ancora”.

A onorare il padre della letteratura italiana è anche Papa Francesco. “Dante è profeta di speranza – ha affermato – arricchiamoci della sua esperienza per attraversare le tante selve oscure ancora disseminate nella nostra terra e compiere felicemente il nostro pellegrinaggio nella storia”.

Mentre il presidente del Senato, Grasso, ha aggiunto che: “L’opera e il pensiero di Dante Alighieri ci servono oggi per ribadire la volontà di riscatto morale attraverso la cultura dell’Italia”.

La commemorazione in onore del poeta che avviene in modo così attivo tuttora nonostante siano passati più di sette secoli ci chiarifica il significato di capolavoro e di arte. La lettura della “Divina Commedia” ci dimostra come l’ingegno e la grandezza umani possano rivelarsi sempre attuali, divenendo eredità del passato e del tempo senza tuttavia sentirne il peso.

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