Eugenio Bennato conquista gli studenti maddalonesi

di Redazione

 Maddaloni. Strepitoso successo della mattinata odierna con Eugenio Bennato al Convitto Nazionale “Giordano Bruno” di Maddaloni.

In un salone pienissimo (circa mille i presenti, tra cui si segnala compatto il Ginnasio Liceo Classico, e le classi terze medie non solo degli indirizzi annessi al Convitto ma anche delle Istituzioni come “Galilei” di Arienzo, il Liceo “Don Gnocchi” di Maddaloni, e naturalmente moltissimi cittadini) il cantautore partenopeo ha dato il meglio di sé.

In apertura, dopo un rap composto e cantato dall’alunno di terza liceale De Matteis, il Rettore del Convitto nazionale, prof. Michele Vigliotti, ha fatto una prolusione sulle cause del brigantaggio post unitario, che dopo le infami stroncature degli scrittori di regime, trova finalmente adesso una lettura verace: esso fu una vera e propria guerra civile e sociale contro i “piemontesi”, i rapaci conquistatori che devastarono e saccheggiarono un regno che non aveva avuto mai a che fare col Piemonte e contro tutte le leggi e i trattati internazionali.

Le leggi portate dagli invasori ridussero presto alla fame il popolo del Sud: la coscrizione obbligatoria portò via dai campi per sei anni i giovani figli di contadini; le terre della Chiesa e dei Comuni (usi civici) furono vendute all’asta ed acquistate dagli unici che potevano comprarle: i ricchi padroni terrieri che si erano affrettati a tradire i Borbone, comprati dall’oro e dalle promesse di Cavour; ed ancora le enormi tasse dirette (cioè sulla persona fisica) mentre prima c’erano solo le indirette, sull’acquisto di un bene o un servizio,ridussero alla fame un popolo che aveva creduto alle promesse di Garibaldi che le terre sarebbero state date ai contadini.

 E’ qui la genesi della rivolta che costò migliaia di morti, costrinse i piemontesi del macellaio Cialdini a portare nel Sud 150.000 soldati che portò la terribile devastazione di interi villaggi con una ferocia degna delle SS. Gli eroici ribelli che combatterono spesso disperatamente contro un esercito ben organizzato, meritano ogni rispetto. E Ninco Nanco fu il più audace tra questi “ribelli per onore”.

Bennato è stato grandioso. Chiamato in causa da tanti ragazzi di tutte le scuole (particolarmente simpatici i ragazzini terribili di Arienzo) ha risposto a tutti in parte con parole chiare sul ruolo dei briganti , sul coraggio di donne di briganti come Michelina de Cesare , sulle stragi inaudite dei soldati piemontesi, sulla figura di Ninco Nanco che sfatava il mito lombrosiano dei meridionali piccoli, neri e scimmieschi, perché era bello come l’angelo San Michele, e morto ammazzato a tradimento, in quella fotografia era ancora più bello, tanto che uno dei ragazzi lo ha paragonato a Che Guevara sulla lastra dove fu deposto dopo che fu ucciso.

Il cantautore ha intervallato il suo intervento con una serie delle sue canzoni, accompagnato dalla sua chitarra battente e dal suo amico chitarrista. Questione Meridionale,11 sorriso di Michela, Sud, Ninco Nanco deve morire e la Canzone dei Briganti hanno suscitato un uragano di applausi. Bennato ha promesso di ritornare per tenere, ai ragazzi delle seconde e delle terze, una lezione sulla Questione Meridionale.

Nel corso della mattinata il noto artista, Maestro Wladimiro Cardone, docente presso il complesso scolastico del Convitto Nazionale “Giordano Bruno” di Maddaloni, così come già avvenuto in occasione dell’incontro con Dacia Maraini, ha consegnato una propria creazione all’autore. Ad Eugenio Bennato il Maestro Wladimiro Cardone ha consegnato “Tarantella”, opera con stile introspettivo, tipico dell’artista, funzionalmente all’esperienza artistica e culturale dell’artista scrittore Bennato.

Il Servizio d’ordine è stato garantito dalla presenza dei Volontari dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri di Maddaloni, la cui rappresentanza è operativa quotidianamente presso il complesso del Convitto Nazionale “Giordano Bruno” di Maddaloni per la salvaguardia dell’ingresso degli studenti.

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