Caso Yara, legali di Bossetti: “Pressioni inaccettabili e tortura psicologica”

di Stefania Arpaia

 Bergamo. Si è avvalso della facoltà di non rispondere Massimo Bossetti, accusato dell’omicidio della ragazzina di Brembate, Yara Gambirasio.

Gli avvocati difensori del muratore, Claudio Salvagni e Silvia Gazzetti, hanno parlato di “pressioni inaccettabili anche da coloro a cui è affidata la sua custodia e perfino dal cappellano del carcere”.

Si tratta di pressioni che dovrebbero spingere l’uomo a confessare l’omicidio. “A fronte di un atteggiamento inaccettabile dalla Procura- hanno aggiunto i suoi legali al termine dell’interrogatorio con il pm Letizia Ruggeri -il signor Bossetti ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Al signor Bossetti è stato rifiutato di vedere il suo consulente criminologo Ezio Denti”.

L’avvocato Salvagni avrebbe in particolare denunciato l’atteggiamento del cappellano del carcere in cui è recluso Bossetti. “Deve occuparsi di anime e non di strategie. Così come io non mi occupo di anime, gradirei che non si occupasse di processi e linee difensive. Bossetti non confessa perché non ha proprio nulla da confessare in quanto non ha fatto nulla”. Sembrerebbe che il parroco avesse consigliato al muratore di “rivalutare la propria posizione”.

È inaccettabile, secondo i difensori, anche il fatto che all’uomo siano stati negati i colloqui straordinari con i filgi. Infine, hanno aggiunto: “Siamo tornati al processo inquisitorio, con uno sbilanciamento del tutto a favore dell’accusa, mentre la difesa ha anche difficoltà ad avere alcuni atti. Siamo al limite della tortura psicologica”.

Contrattacca il procuratore capo della Repubblica di Bergamo, Francesco Dettori: “Garantisco la correttezza e l’operato della Procura. Cerchiamo riscontri alle indagini e non sottovalutiamo elementi eventualmente a favore dell’indagato”.

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