Ebola, contagiata un’altra infermiera in Texas

di Redazione

 Houston. “La situazione è seria ma useremo tutte le risorse necessarie a nostra disposizione. Abbiate fiducia nel governo americano”.

Il messaggio arriva dalla Casa Bianca nella serata di mercoledì. Barack Obama ha rinviato un viaggio elettorale già organizzato per convocare un vertice d’urgenza alla Casa Bianca sull’emergenza Ebola. All’incontro hanno partecipato i responsabili delle agenzie federali statunitensi coinvolte nella lotta all’epidemia.

Gli Stati Uniti hanno esortato i leader dei Paesi europei a un “maggiore impegno” nella lotta contro l’epidemia, ha spiegato il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest. In ogni caso il divieto dei viaggi nei Paesi africani colpiti dall’Ebola “non è sul tavolo”.

Un portavoce del governo britannico, da Londra, ha spiegato che Obama, il suo omologo francese François Hollande, la vancelliera tedesca Angela Merkel, il premier italiano Matteo Renzi (che ha annunciato lo stanziamento di 50 milioni per l’emergenza) e quello inglese David Cameron con una nota congiunta dopo una videoconferenza hanno definito ebola “la più grave emergenza sanitaria degli ultimi anni” e che “occorre agire sempre più in fretta per fermare la progressione della malattia”.

Quasi contemporaneamente il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha invitato gli Stati membri ad “estendere ed accelerare in modo straordinario gli aiuti finanziari e materiali” per i paesi toccati dall’ebola. “La risposta della comunità internazionale è stata per il momento insufficiente di fronte alla vastità dell’epidemia e delle sue conseguenze”.

Da parte sua, Renzi, durante la conferenza stampa dipresentazione della Legge di stabilità, ha aggiunto: “C’è chi gioca la carta della paura e della preoccupazione. Chi cerca di fomentare la paura dà un messaggio ingiusto: naturalmente l’attenzione è forte, l’allerta è massima”.

L’Oms ha comunque ridimensionato l’allarme ebola per l’occidente, sostenendo che è improbabile che l’epidemia si diffonda in Europa e Stati Uniti. Il vertice, annunciato dalla Casa Bianca, è stato convocato nel giorno in cui dal Texas è stato confermato il contagio di una seconda infermiera dell’ospedale di Dallas dove nei giorni scorsi è morto Eric Duncan, che si è ammalato negli Stati Uniti dopo aver contratto il virus in Liberia.

È risultata positiva al test preliminare per il virus una seconda operatrice sanitaria del Texas Health Presbyterian Hospital di Dallas, la 29enne Amber Joy Vinson, che si era occupata di curare il paziente zero, il liberiano Duncan, morto mercoledì scorso. La donna vive da sola e non ha cani o altri animali domestici.Amber Vinson è stata trasferita nella serata di mercoledì all’Emory University Hospital in Atlanta.

La nuova paziente è stata posta in isolamento. Il centro per il controllo e la prevenzione della malattie (Cdc) ha comunicato che la donna ha viaggiato in aereo su un volo della Frontier Airlines 1143 da Cleveland atterrato a Dallas alle 8.16 di lunedì, il giorno prima di manifestare i sintomi di Ebola. La donna, infatti, stava organizzando il suo matrimonio e era tornata dalla sua famiglia. I 132 passeggeri che erano con lei sono già stati contattati ma l’aereo è stato disinfettato solo mercoledì.

L’infermiera era stata autorizzata a salire su quel volo. Lo ha fatto sapere un portavoce del Cdc, David Daigle, precisando che la donna, Amber Joy Vinson, aveva parlato con l’ufficiale del Centro responsabile del monitoraggio della sua salute prima di salire a bordo dell’aereo lunedì.

La 29enne aveva riferito che la sua temperatura corporea era inferiore a 38 gradi e non aveva alcun sintomo della malattia. Il direttore del Cdc, Tom Frieden, ha inoltre riferito che Vinson aveva viaggiato in Ohio prima di aver saputo che ai suoi colleghi era stata diagnosticata l’ebola e ha ammesso: “Non avrebbe dovuto viaggiare” chiarendo che d’ora in poi a nessun operatore sanitario coinvolto nelle cure a Duncan sarà permesso viaggiare.

Il primo contagio di Ebola aveva riguardato un’altra infermiera che si era occupata di Duncan, la 26enne Nina Pham. Al momento sono 75 i dipendenti del Presbyterian Hospital di Dallas a essere monitorati, e la Casa Bianca ha ammesso che nella gestione di questo primo caso di ebola in America si sono registrate delle manchevolezze: “Non è chiaro quali protocolli fossero in atto e come siamo poi stati resi effettivi”.

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