Industrie insalubri, Dell’Aprovitola: “Ci occorrono maggiori poteri”

di Antonio Taglialatela

Annamaria Dell’AprovitolaCarinaro. Si chiama “Eco Uno” e attorno ad essa ruota una nuova polemica, dopo quella legata all’Ecotransider, riguardante la presenza di aziende specializzate nella raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti speciali, pericolosi e non, nell’area industriale Asi Aversa Nord.

La società ha chiesto alla Regione Campania l’autorizzazione all’installazione del proprio impianto sul territorio di Carinaro, in zona “Incentro”. Tre le conferenze di servizi finora tenutesi: la prima fu rinviata per richiesta di ulteriori documentazioni, alla seconda partecipò la delegata alle Attività produttive, Maria Grazia De Chiara, mentre all’ultima non era presente alcun rappresentante dell’amministrazione comunale carinarese. E qui sono scattate le accuse nei confronti del sindaco Annamaria Dell’Aprovitola.

“A cosa serve partecipare alle proteste contro la Ecotransider, a commissionare all’Università uno studio di fattibilità ambientale del territorio industriale se poi non ci presenta alla conferenza di sevizi, spianando la strada a questo nuovo opificio?”, è il quesito che molti si sono posti sui social network, accusando anche gli altri due sindaci di Gricignano e Teverola di non essersi presentati per dire il loro ‘No’ come rappresentanti delle altre comunità che condividono l’area Asi. Ne abbiamo parlato direttamente col sindaco Dell’Aprovitola.

Sindaco, perché ha disertato la conferenza di servizi in Regione? “Per impegni già assunti in precedenza purtroppo non sono potuta essere presente”. Ma non poteva delegare qualcuno della sua Giunta? “Devo prendere atto di aver commesso probabilmente un errore, dovevamo fare in modo comunque di essere presenti. Ma, allo stato, non credo che un nostro parere negativo avrebbe cambiato la situazione”.

Che intende dire? “Non possiamo, come amministrazione comunale, impedire a monte l’insediamento di un nuovo opificio se prima non stipuliamo un’intesa con il consorzio Asi. Da sempre, quando un’azienda, di qualsiasi categoria, vuole insediarsi nella nostra zona industriale ci ritroviamo le cose già fatte perché i comuni sono l’ultima ruota del carro. Ecco perché, e ci stiamo impegnando per farlo, intendiamo stabilire nuove regole, ossia che devono essere i comuni i primi a decidere se un’azienda deve o meno insediarsi sul territorio. Oggi se ci opponiamo andiamo incontro a ricorsi da parte delle aziende e quasi certamente ne usciamo sconfitti. Se uno, prima di avviare un’attività, ha dalla sua tutte le carte in regola come possiamo opporci? Anche un sindaco, quale massima autorità per la tutela della salute pubblica, ha bisogno di dati e prove per intervenire”.

Ok, ma è possibile che la zona Asi ormai sia piena solo di aziende del settore rifiuti? Una sorta di immondezzaio della Campania? “Guardi che sono della stessa opinione. Anch’io vorrei che nella zona industriale del mio Comune sorgessero, ad esempio, solo aziende di alta moda o legate alle cosiddette ‘eccellenze’. Ed proprio per questo che, le ripeto, bisogna arrivare ad un accordo con l’Asi”.

Bisognerebbe coinvolgere, però, anche i comuni di Gricignano e Teverola visto che, considerando le distanze dai tre centri abitati, non fa molta differenza se un’azienda si insedia sull’uno o l’altro territorio. Esempio è il caso della puzza: forse proverrà pure da Gricignano ma arriva anche a Carinaro e Teverola. “Sicuramente, è infatti nostra intenzione coinvolgere anche gli altri due comuni e, ripeto, imporre nuove regole al consorzio Asi”.

Intanto, sta per insediarsi un’altra azienda, la Eco Uno. Lei ha delle informazioni in merito? “Sappiamo che si occupa in particolare di rifiuti ospedalieri ma che non è un impianto di trattamento, solo di trasporto e stoccaggio di tali rifiuti, pertanto non vi sono rischi per l’ambiente”.

E chi lo garantisce? “Lo verificheremo noi”. In che modo? “Con il monitoraggio costante dell’attività di quell’azienda. Perché, al momento, in virtù degli scarsi poteri di cui prima parlavo, possiamo garantire solo il monitoraggio. Se questa azienda, come le altre, non dovesse eventualmente rispettare le normative interverremmo subito. Ma intanto non siamo fermi solo ai controlli”. Cioè? “Come già ampiamente annunciato, abbiamo attivato una convenzione con la Facoltà di Scienze Ambientali della Seconda Università degli Studi di Napoli, che si sta occupando dello studio ambientale del territorio, così come ha fatto anche la vicina Gricignano. Presto avremo i primi risultati e, quindi, i primi elementi per iniziare a imporci maggiormente”.

Non crede che la delibera approvata dall’ex giunta Masi, che bloccava il sorgere di nuove industrie insalubri nell’area Asi, avrebbe potuto funzionare? “No, quella delibera, come ho già avuto modo di dire, era illegittima proprio in virtù del discorso di poteri che facevamo prima. Spetta, infatti, alla Regione e all’Arpac autorizzare, il Comune fa solo la classificazione di industria insalubre. Revocando la delibera, tra l’altro, abbiamo preservato il rischio di cui prima parlavo, ossia di aggressione giudiziaria da parte di imprenditori che, in assenza totale di dati effettivi relativi alla valutazione del rischio, potrebbero adire vie legali”.

In sintesi, al momento Lei dice di avere le mani legate e di poter garantire solo il controllo delle aziende ma non impedirne l’insediamento. Siccome la zona industriale è sì dell’Asi ma soprattutto delle comunità proprietarie del territorio, e siccome Lei ben sa che, al di là dei tecnicismi, la gente ormai è stanca di questa situazione, la domanda è: quando ci sarà una svolta? “Le ribadisco, io la intendo dare presto, e spero con l’aiuto dei miei colleghi sindaci. Non appena avremo i primi dati dello studio ambientale ci attiveremo immediatamente per concretizzare il ‘sogno’ di non vedere più il sorgere di aziende insalubri sul territorio. Nel frattempo, garantisco, la nostra azione nel campo del monitoraggio è costante”.

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