Claudio Baglioni: “I miei primi 50 anni di musica”

di Emma Zampella

Claudio BaglioniLa prima esibizione a Centocelle, in Piazza San Felice, cinquant’anni fa. Poi una lunga gavetta, il successo ed il riconoscimento internazionale, i dischi e le classifiche, i premi, i festival e un pubblico immenso che ha permesso da una passione di diventare lavoro.

Dopo i primi 50 anni di carriera, Claudio Baglioni racconta il suo grande sodalizio con la musica e lo fa ripercorrendo a fondi questi anni, segnati da note e canzoni. Tutto è cominciato durante la festa del santo patrono del quartiere romano Centocelle, quando si decise di un piccolo concorso canoro, con tanto di festa in piazza. Una serata che Claudio racconta così: “Non c’era nell’aria il segno che avrei dovuto fare quella strada, non c’era nessuna tradizione familiare. Abitavo nella periferia romana, a Centocelle. Venni a sapere che uno degli amici che vivevano nel mio palazzo si era iscritto a quel concorso. Per non essere da meno, lo feci anch’io. Mia madre mi confezionò un meraviglioso insieme di camicia rosa e pantaloni celesti, e mio padre fece da direttore artistico, scelse la canzone, un pezzo che era andato a Sanremo, scritto da Robi Ferrante e cantato da Paul Anka, Ogni volta. Provai per una settimana le mosse davanti allo specchio, ne avevo anche inventata una con la gamba un po’ da urlatore, e mi presentai. Non vinsi. Ma lo feci l’anno successivo, con grande soddisfazione di tutti”. Un evento che gli permise di essere notato: in quell’occasione un maestro di musica convinse i genitori a coltivare quel talento in erba, magari iscrivendolo ad un corso di musica. “È in quell’occasione che i miei genitori mi comprarono la chitarra”, racconta Baglioni.

A chi, dopo 50 anni gli ha chiesto un bilancio della sua carriera, il cantautore ha risposto: “Innanzitutto non avrei mai pensato che sarei arrivato a questo punto, davvero. L’altro fatto è che in fondo non mi sono reso conto mai che fosse una professione. È un mestiere che si impara ogni giorno, e se non fosse così potresti non avere più ‘fame’, non avere più passione. Ma ho anche un rammarico, perché alla fine scopri che in tutti questi anni avresti potuto fare di più. Io ho avuto anche lunghe pause, ho ‘perso’ del tempo”, confessa l’artista che ammette di aver faticato a lungo per ammettere a se stesso che assieme alla sua persona viveva il personaggio. “Il mio è un mestiere pubblico, lo richiede, e io non ero fatto per questo, sono sempre stato schivo ho dovuto imparare a non esserlo. Sei Baglioni anche quando il palco non c’è, non sei mai fuori servizio, sei sempre al lavoro con il resto del mondo, e questo è stato un percorso parallelo, una sfida tra due anime che credo si sia risolta”.

Una vita che può avere un risvolto della medaglia abbastanza negativo come ha notato l’artista: “Quando sali sul palco e tutti urlano il tuo nome come al Colosseo, la trappola che tu possa essere immerso in un delirio di onnipotenza è forte. Puoi benedire le folle, hai centomila watt che amplificano la tua voce, che diventa messianica, ogni parola assume una profondità che non avrebbe senza l’apparato e il rituale. Però devo dire che sono stato fortunato, ogni volta che c’era questo rischio ho beccato uno schiaffo, un successo minore, quando potevo montarmi la testa qualcosa mi ha tolto il piedistallo. Certe volte ho anche sfidato la fama: tanti anni fa avevo paura di giocare il ruolo di quello che sembra democratico ma in realtà si sottrae al pubblico e alla vita. Allora mi comprai una macchina scoperta e decisi di andare in giro per Roma mostrandomi. Molti mi riconoscevano, mi salutavano e mi chiamavano per nome, finché non arrivo il momento della chiamata: “Baglioni!”, alla quale rispondi girando la testa e sorridendo, e arriva l’inevitabile “Ma vaffa…”. Mi è servito, la malattia della presunzione credo di averla evitata”.

Nonostante la fama ed il successo, gli onori e i traguardi raggiunti, Claudio Baglioni continua a sperimentare e a regalare e regalarsi emozioni ed esperienze nuove. Il prossimo 30 agosto, Baglioni sarà per la prima volta in rassegna jazz. Un nuovo tassello della sua carriera che lo stesso cantante vive con entusiasmo e euforia, curiosità: “E chi può dirlo, io stesso sono molto curioso di vedere cosa farò. Mi piaceva l’idea di andare a cantare a Ischia per un motivo sentimentale: io sono frutto di una vacanza d’amore dei miei genitori a Ischia. Quindi ho detto di si e poi dopo due o tre giorni ho letto il programma e mi è venuto un groppo alla gola. Con me ci sarà Danilo Rea, e in questi giorni stiamo cominciando a scegliere il repertorio. Magari potrebbe nascere qualcosa di curioso”. Quanto poi al suo tour racconta: “Il tour “Convoi”, che diventa “reTour”, con i tredici polistrumentisti di questo straordinario supergruppo che mi accompagna. Partiremo il 18 ottobre da Bruxelles. Ha avuto un grande successo, più di duecentomila spettatori”.

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