Di Santo e i suoi avvocati annunciano querele per diffamazione

di Redazione

 Sant’Arpino. In relazione ad articoli apparsi su alcuni organi di informazione in relazione alla vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto, il sindaco di Sant’Arpino, Eugenio Di Santo, annuncia querele.

“Sono articoli che riportano infamanti accuse nei miei confronti e dichiarazioni rese da ‘eroici’ esponenti dell’opposizione o che sono da essi sapientemente ispirati nella comoda veste di editori-intervistati”, afferma Di Santo che comunica “di aver dato mandato ai miei legali per agire in sede giudiziaria sporgendo opportuna querela per diffamazione al fine di tutelare la mia dignità e soprattutto quella della mia famiglia che da alcuni mesi vengono sistematicamente ed illecitamente offese attraverso un’opera di meschina strumentalizzazione a buon mercato e di diffusa e pesante mistificazione della nota vicenda giudiziaria che di recente mi ha coinvolto nonché delle conseguenze amministrative che da essa deriverebbero, attribuendomi falsamente di essere un ‘reo confesso’ e mortificando i miei più elementari diritti e le mie garanzie difensive con affermazioni tipiche di una doppia morale”.

Ad annunciare iniziative giudiziarie anche gli avvocati di Di Santo, Giuseppe Stellato e Raffaele Costanzo, che in una nota spiegano: “Lo sciacallaggio mediatico che ha caratterizzato le espressioni di taluni articoli degli ultimi giorni hanno davvero oltrepassato il segno e meritano pertanto una ferma risposta, anche di natura giudiziaria, che ci riserviamo di esperire attraverso la presentazione di apposita querela. Le notizie di alcuni organi di informazione, oltre a distorcere profondamente la verità processuale e le esatte dinamiche della vicenda giudiziaria che hanno riguardato il Di Santo, ledendo gravemente la dignità di quest’ultimo con definizioni infamanti che trasmodano dal corretto esercizio della cronaca e della normale dialettica e critica politica, ancorché aspra, per diventare invece strumento di offesa personale e addirittura di insulto, giungono a creare un clima di tensione che mortifica e tenta di intimidire persino il diritto di difesa”.

I due avvocati citano, in particolare, il commento dei Giovani Democratici di Sant’Arpino riportato in un articolo, nel quale si legge: “Sorprendente e inspiegabile anche l’atteggiamento degli avvocati che, in spregio alle norme deontologiche, si dice vogliano ricorrere in Cassazione avverso il patteggiamento pur sapendo che lo stesso sarà dichiarato inammissibile. Si tratta di un comportamento a discapito della collettività, dal momento che il ricorso diventa, solo ed esclusivamente, un espediente per allungare i tempi per la dichiarazione di decadenza e lo scioglimento del Consiglio comunale”.

Per Stellato e Costanzo “il passo sopra riportato costituisce uno strumento di pesante aggressione alla nostra dignità professionale, ma anche e soprattutto un pericolosissimo attacco al diritto di difesa sferrato attraverso un chiaro tentativo di intimidazione preventiva rispetto all’esercizio di sacrosanti diritti, sostanziali e processuali, che dovrebbero rappresentare la più naturale espressione della vita democratica di un paese civile. Al fine di esacerbare il clima politico e di colpire un avversario a buon mercato, si offende pesantemente sotto il profilo deontologico la difesa attraverso la paventata possibilità di proporre un legittimo ricorso per cassazione e si calpesta, così, uno dei più elementari diritti Costituzionali, derubricandolo indecorosamente a mero espediente dilatorio”.

“Tale operazione – concludono i legali – di inaudita gravità anche perché enfatizzata da organi di stampa che omettono di esercitare il doveroso controllo su quanto viene pubblicato ed anzi si prestano a diventarne cassa di risonanza mediatica, ci appare del tutto inaccettabile e pertanto ci riserviamo di adire l’autorità giudiziaria per difendere il nostro onore e decoro professionale ma soprattutto, giova ripeterlo, per non lasciare impunito questo grave attacco al diritto di difesa che non può trovare altre limitazioni al di fuori della legge”.

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